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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2013 alle ore 06:40.

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Il listino di Milano in questo primissimo scorcio del 2013 resta – malgrado gli scivoloni dell'ultima settimana – il migliore fra quelli dei più importanti Paesi industrializzati, ma la cautela è d'obbligo considerando le incertezze dei prossimi mesi.
Un rialzo dell'8% circa per ora spicca (vedi grafico accanto) contro l'1% del Dax, il 3,5% dell'Eurostoxx 50 e il 4-6% dei benchmark americani. «Il fatto che l'Ftse Mib sia il listino migliore della zona euro da inizio 2013 – osservano gli analisti di www.websim.it – e il fatto che sia così, nonostante le incertezze del quadro macro e politico, la dice lunga sul potenziale della nostra Borsa».
Nelle ultime sedute l'indice ha provato ad attaccare i recenti top di periodo, ma non c'è riuscito. Comunque il quadro resterà positivo finchè non verrà sfondato al ribasso il supporto a 17.000 punti, sempre secondo l'analisi di Websim, con uno scoglio intermedio in area 18.000 e un target del movimento in essere fin verso 20-21.000.
I grandi investitori internazionali sono pronti a "riscoprire" l'Italia, che viene da anni di sottoperformance, ma guardano – è inutile nasconderselo – anche alle elezioni del mese prossimo. La Borsa italiana ha grandi potenzialità di salita, perché le imprese quotate negli ultimi anni hanno messo a posto i loro bilanci, però l'incertezza politica e macroeconomica pesa alquanto. Che queste settimane siano favorevoli ai listini azionari è provato anche dall'andamento degli indici di volatilità che – a partire dal Vix, visibile nel grafico, l'"indice della paura" dell'S&P 500 che sale quando si prevedono imminenti cambi di rivolgimenti del trend dei benchmark di riferimento – sono ai minimi e quindi lasciano immaginare la continuazione di una impostazione positiva dei mercati azionari.
L'Italia in questo fa un po' storia a sè perché l'evoluzione dei sondaggi elettorali sarà certamente un fattore di incremento della volatilità, man mano che la scadenza elettorale del 24-25 febbraio si avvicinerà. Il timore è che maggioranze condizionate dall'estrema sinistra o dai settori del centrodestra ostili ai vincoli europei possano far deragliare l'Italia dal processo di risanamento dei conti pubblici avviato dal Governo tecnico.
Per ora il mercato sta prezzando lo scenario "migliore", un esecutivo non condizionato dalle posizioni estreme. Ma, se il risultato non fosse questo, lo spread Btp-Bund potrebbe schizzare a 400 punti dagli attuali 270, secondo Alessandro Giansanti di Ing. La Borsa potrebbe poi perdere fra il 5 e il 10% per Joost van Lendeers di Bnp Paribas.
Restiamo però alla situazione attuale. Chi ama l'analisi tecnico-ciclica può trarre buoni auspici dal January effect, l'anomalia statistica dell'S&P 500 secondo la quale se l'indice, rispetto alla fine di dicembre, risulta in rialzo nelle prime 10 sedute di gennaio (con una conferma a fine mese) sarà positivo per l'intero anno. Dopo le prime dieci sedute del 2013 il principale benchmark americano è in rialzo del 5% quindi, secondo questa teoria, avrà di fronte 12 mesi positivi. E questo, per l'effetto-guida dell'indice Usa rispetto agli altri occidentali, dovrebbe valere anche per l'Europa.
L'analisi statistica non è che uno dei tanti elementi che vanno presi in considerazione quando si imposta una strategia di investimento. Ben più serio è ragionare sull'andamento grafico e fondamentale. Un listino dove è pesante la presenza dei titoli finanziari è avvantaggiato dal restringimento degli spread e dal rinvio di norme più severe per la definizione dei bilanci bancari, come si è concretamente visto nelle ultime settimane.
«Dal punto di vista tecnico – osserva poi Francesco Caruso, analista indipendente e gestore del sito www.cicliemercati.it – il mercato italiano, che è stato fortemente massacrato negli ultimi anni, ha in sè i germi per un forte rialzo prospettico, se vi sarà un movimento bullish generalizzato sui mercati azionari».
Questa è la prospettiva lunga. Nel breve poi, aggiunge Caruso, «vi è un forte ipercomprato sviluppato sulla resistenza in area 17.500 che, se superata dopo le elezioni, potrebbe spingere l'Ftse Mib verso 18.800-19.500, con un rialzo di oltre il 10% dai livelli attuali, e la possibilità residuale di raggiungere i 20.000-21.000 punti (ma non a breve)».
Caruso comunque conferma il long term call riguardo a un minimo generazionale della Borsa di Milano che presenta pubblicamente da oltre un anno. «Il superamento di quota 17.625 farebbe scattare segnale un segnale di acquisto su base trimestrale – conclude – ma, nonostante questa salita e la forza relativa che lo caratterizza rispetto agli asset in euro, il mercato azionario italiano al momento è ancora sottopesato e poco considerato dagli investitori istituzionali e ancora quasi totalmente fuori dai portafogli privati. Un ingresso tattico ora, con stop cautelativo sotto l'apertura dell'anno a 16.575, sebbene non privo di rischi e da eseguire preferibilmente nelle sedute di lettera, rappresenta una scelta intrigante. Anche se va considerato di pura natura speculativa».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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