Per acquistare AntonVeneta da Santander, Mps deve sopportare un importante esborso che mette a rischio la solidità patrimoniale dell'istituto. Contro questa evenienza a Banca d'Italia preme sui vertici dell'istituto senese perché venisse rafforzato il suo capitale. All'operazione collaborarono le più importanti banche d'affari: da Merrill Lynch a Goldman Sachs, da JP Morgan a Credi Suisse a Mediobanca. La Fondazione Mps contribuisce all'aumento di capitale con oltre 2,5 miliardi e chiede l'emissione di un altro miliardo di obbligazioni per rinforzare il patrimonio della banca. Il prezzo ufficiale di nove miliardi per l'acquisizione di AntonVeneta - che seguiva altre fusioni bancarie particolarmente onerose - viene valutato in linea con la media di mercato per quanto riguarda la valorizzazione degli sportelli; mentre appare subito generoso, se confrontato il valore della banca rispetto a quello dei concorrenti. Con il passare degli anni e la progressiva svalutazione delle quotazioni delle banche – dopo la vicenda sub-prime e successivamente la crisi dei debiti sovrani europei -, l'operazione di acquisizione di AntonVeneta da parte di Mps appare sempre più sopravvalutata.