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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2013 alle ore 07:15.

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La chiusura di Wall StreetLa chiusura di Wall Street

NEW YORK - Wall Street riprende la sua ascesa, trainata dai bilanci aziendali. Lo Standard & Poor's 500 ha guadaganto lo 0,51% e il Dow Jones lo 0,52%, salendo a un nuovo massimo da cinque anni, dall'ottobre del 2007, a quota 13,954,42 punti. Il Nasdaq è scivolato dello 0,02 per cento. La spinta al mercato è arrivata dai conti di Pfizer e Valero Energy, superiori alla previsioni. I titoli sono lievitati rispettivamente del 3,3% e dell'11,2 per cento.

In genarale sul mercato hanno fatto bene titoli dei settori più difensivi. Meno bene, invece, Ford: l'azienda di auto ha riportato profitti di 1,6 miliardi di dollari nell'ultimo trimestre, migliori delle attese, ma ha continuato a denunciare perdite e debolezza in Europa. Sul Vecchio continente ha previsto di perdere due miliardi nel corso del 2013. Il titolo ha ceduto quasi il 5 per cento. Rim, la società del BlackBerry, alla vigilia del lancio del nuovo smartphone e sistema operativo ha a sua volta perso il 5 per cento.

Gli investitori hanno invece tenuto i nervi saldi davanti a un calo della fiducia dei consumatori ai minimi da un anno a questa parte: il Conference Board ha riportato in gennaio una flessione di 8,1 punti percentuali nel suo indice, a quota 58,6 punti, il minimo dal novembre del 2011. Il calo è stato spiegato con l'incremento delle tasse sui redditi più alti per combattere i deficit.

I titoli finanziari hanno tenuto testa alle notizie di nuovi capitioli dell'inchiesta sullo scandalo del Libor, con le autorità americane che chiedono multe per 790 milioni di dollari e ammissioni di colpa alla Royal Bank of Scotland (vedi articolo nella sezione Usa). Almeno un'altra doccina di banche globali sono tuttora sotto indagine. Anche i super-compensi a Wall Street sono finiti sotto osservazione: la piccola finanziaria Jefferies ha pagato l'amministratore delegato Richard Handler 19 milioni per il 2012, facendolo passare ai primissimi posti posti della classifica delle paghe a Wall Street, più di Jamie Dimon di JP Morgan e di James Gorman di Morgan Stanley.

Nel dopo mercato ha riportato il bilancio il colosso del commercio elettronico Amazon: i conti hanno formalmente deluso le attese, con profitti in calo del 45% a 97 milioni (pari a 21 centesimi per azione contro i 28 previsti) e un fatturato salito del 22% a 21,27 miliardi anzichè a 22,26. Già durante la seduta il titolo aveva però scontao il nervosismo e ceduto il 5,7 per cento. Nel dopo mercato è così salito di oltre il 10%, secondo gli analisti sostenuto da un aumento del 56% degli utili operativi, da un incremento dei margini di profitto ai livelli più elevati in tre anni in Nordamerica e da aumenti del fatturato in categorie chiave quali gli e-book.

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