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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2013 alle ore 13:06.

Parigi - Operazione pulizia per il Crédit Agricole, che in Italia controlla Cariparma. Un'iniziativa destinata ad avere un forte impatto sui conti 2012 della banca francese, che chiuderà l'esercizio (i risultati verranno presentati il 20 febbraio) con una perdita colossale (probabilmente superiore ai 5 miliardi). La seconda della sua storia, dopo il "rosso" di 1,5 miliardi del 2011.
Il mercato si attendeva una decisione in questo senso, e infatti il titolo della "banca verde" sta addirittura salendo in Borsa a Parigi (dell'1,7% su un mercato in crescita dello 0,9%). In seguito alla corsa alle acquisizioni realizzata nel corso degli ultimi dieci anni, l'Agricole è infatti la banca francese con il più importante pacchetto di goodwills (superiore ai 17 miliardi) ed era arrivato il momento di mettere ordine.
Le svalutazioni degli asset, come ha dettagliato questa mattina l'istituto, è di circa 2,7 miliardi: 923 sulle attività di credito al consumo (l'italiana Agos Ducato non è interessata perché il dossier era stato già trattato nel terzo trimestre); 921 sul commerciale all'estero (in larga parte, 852 milioni, Cariparma); 466 milioni sull'investment banking; 366 milioni sull'intermediazione (di fatto Newedge, la società mista con Société Générale).
A questa lista si aggiungono i 267 milioni di svalutazione della partecipazione del 20,2% nella banca portoghese Bes.
Ci sono poi 850 milioni di rivalutazione del debito, 130 milioni dovuti alla tassa straordinaria sulle banche e l'impatto (per 160 milioni) del deprezzamento della Sas Rue de la Boétie. Totale: 3,8 miliardi, che andranno a pesare sul quarto trimestre.
L'Agricole sottolinea che si tratta di un'operazione contabile, senza conseguenze sulla solvibilità e sulla liquidità della banca. Che non dovrebbe quindi mettere in discussione l'obiettivo, confermato, di un ratio di mezzi propri, in versione Basilea 3, del 10 per cento.
La banca aveva già registrato 2,5 miliardi di perdite nei primi nove mesi del 2012, in larga parte imputabili all'istituto greco Emporiki, ceduto in autunno.
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