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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2013 alle ore 08:19.
Una scelta di opportunità ma anche di necessità. In un anno esatto la famiglia Benetton ha gettato le basi per ridisegnare completamente il gruppo che controlla. È partita a febbraio del 2012 con il delisting del tessile, ha proseguito a fine anno con l'avvio del progetto Gemina-Atlantia e ora ha comunicato ufficialmente la scissione di Autogrill. Tre operazioni che valgono in tutto 14 miliardi euro tra un'Opa con delisting (Benetton Group), un'Ops solo carta (Atlantia-Gemina) e una scissione (Autogrill). Una montagna di denari specie in un momento in cui la Borsa è teatro più di ristrutturazioni che di riassetti di natura straordinaria. Ma d'altra parte, a Ponzano Veneto c'erano due priorità da gestire: il passaggio generazionale, la revisione del progetto Sintonia. Il tutto con l'obiettivo di estrapolare il maggior valore possibile dagli asset in portafoglio.
La sistemazione degli equilibri in famiglia è stato il primo nodo ad essere sciolto proprio per favorire i passaggi successivi. Come prima cosa sono stati fissati paletti precisi per una gestione comune e condivisa dell'intero patrimonio. In ragione di ciò, a suo tempo è stato deciso di suddividere il capitale sociale di Edizione in quattro quote del 20% ciascuno da assegnare ognuna ai quattro soci fondatori (Luciano, Gilberto, Giuliana e Carlo) tramite le società Regia, Proposta, Evoluzione e Ricerca, oltre a una quota dello 0,25% che fa capo direttamente ai 4 fratelli, mentre il rimanente 19%, ricalcando lo schema presente in Ragione sapa, è stato spartito tra i figli dei fondatori, in nuda proprietà con diritto di usufrutto a favore dei rispettivi genitori. In quell'occasione, peraltro, ogni fratello ha indicato il suo successore nominando quattro rappresentanti della nuova generazione da far sedere in consiglio: Alessandro Benetton (Luciano), Franca Bertagnin Benetton (Giuliana), Sabrina Benetton (Gilberto) e Christian Benetton (Carlo).
Definiti gli affari interni, si è partiti con la prima fase del riassetto societario che ha visto la famiglia impegnata nel delisting dello storica attività del tessile. Che peraltro, ha segnato anche l'ascesa di Alessandro Benetton al vertice del gruppo di abbigliamento. La decisione è stata presa anche perché la dinastia, consapevole della necessità di una ristrutturazione profonda del business, ha voluto evitare il confronto quotidiano con gli obblighi stringenti che il mercato azionario impone, soprattutto in termini di risultati. Di pari passo Treviso ha poi maturato la consapevolezza di dover dare una svolta importante anche all'altro braccio operativo del gruppo, quello delle infrastrutture. Il progetto originario di Sintonia, a cui fanno capo Atlantia e Gemina, è, nella sostanza, fallito. Nata, con il supporto anche di altri soci, per fare investimenti internazionali nel settore delle grandi opere e sostenere una crescita dimensionale dei propri asset, la holding ha dovuto nel corso del suo percorso scontrarsi con una crisi congiunturale assai complessa e non prevedibile. Da qui la scelta di spostare la sede dal Lussemburgo all'Italia, un passaggio simbolico ma che nei fatti è l'ammissione di una focalizzazione nella gestione dei soli asset italiani. Tassello chiave per poter immaginare una seconda vita per Sintonia era però l'ok da parte del Governo italiano al nuovo contratto di programma per Aeroporti di Roma, controllata da Gemina. Il via libera è arrivato in zona Cesarini, poco dopo Natale, ma appena incassato il sigillo, Atlantia ha avviato i lavori per proporre a Gemina un'offerta pubblica di scambio, preludio di una successiva integrazione. La ratio? Già altri operatori del settore autostradale, sofferenti sul fronte del traffico, si sono aperti al business aeroportuale. Peraltro, all'interno dei propri asset Atlantia ha già alcune società che potrebbe mettere direttamente a disposizione di Adr per la realizzazione dell'ambizioso piano di investimenti che la società ha in programma (nel periodo 2013-2016 l'impegno finanziario è salito a 1,2 miliardi dai 900 milioni precedenti). Prima tra tutte è Pavimental, leader in Italia nella pavimentazione aeroportuale. Inoltre, Atlantia può mettere a fattor comune gli anni di esperienza maturati nella gestione e programmazione degli investimenti. Basti pensare che solo nel 2011 ha messo sul piatto 1,1 miliardi di investimenti per modernizzare la rete autostradale. Quanto, più o meno, Adr dovrà spendere in tre anni per rilanciare Fiumicino. Completa il disegno la scissione di Autogrill annunciata ieri che potrebbe anche preludere all'ingresso di nuovi soci. Anche in questo caso il confine tra opportunità e necessità è sottile.
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