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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2013 alle ore 07:34.

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L'indice Vix (volatilita' implicita dell'S&P 500) negli ultimi due anni – indice ai minimiL'indice Vix (volatilita' implicita dell'S&P 500) negli ultimi due anni – indice ai minimi

È la classica settimana sulle montagne russe per le Borse. Dapprima lo scivolone nel corso del lunedì nero, poi il rimbalzo e successivamente una nuova correzione. Preoccupazioni che erano scomparse dalle valutazioni degli analisti (la tensione sul debito, il problema degli spread, l'incertezza politica in Italia) sono improvvisamente riemerse. Gli investitori dovranno abituarsi a questi alti e bassi. Il mercato sembra aver smarrito la benzina che lo aveva sostenuto fino a fine gennaio. E nel mirino finisce la volatilità.

Gli indicatori da seguire
Un fattore tecnico che ha inciso pesantemente sul lunedì nero delle Borse internazionali è stata la discesa ai minimi della volatilità. L'indice Vix (la volatilità implicità sull'S&P 500 a Wall Street) e il Vstoxx (lo stesso indicatore per le blue chip dell'area euro) sono scesi in gennaio a livelli così bassi che non si vedevano da almeno due anni. La volatilità è l'indicatore che registra le oscillazioni dei prezzi: in pratica misura anche come variano i valori da un giorno all'altro. Una volatilità in calo significa che lo oscillazioni dei prezzi sono tutto sommato contenute, che la Borsa sale senza troppi strappi e che il clima tra gli investitori è positivo. Quando la volalitità scende troppo in basso però deve scattare un allarme: c'è troppo ottimismo tra gli operatori. A quel punto basta un piccolo espediente per scatenare anche violente prese di beneficio.

L'effetto domino
La spiegazione tecnica è semplice: chi usa gli stop loss con una volatilità molto contenuta va a fissare dei livelli di uscita dal mercato molto ravvicinati. Se molti investitori seguono questa linea si crea un effetto domino di massiccia chiusura di posizioni rialziste appena le perdite diventano minimamente significative.
Ieri a Milano sicuramente ha pesato questo fattore alimentato anche dalla rottura al ribasso del supporto di 17mila punti sul Ftse Mib.

L'indice della paura
Una conferma importante arriva dall'indice della paura, vale a dire il "Fear and Greed Index" di Cnn, che viene settimanalmente rilevato da Plus24. Dalla fine di gennaio l'indice, che sintetizza alcuni indicatori importanti per il mercato azionario (tra cui anche l'andamento delle opzioni e la volatilità), si è portato su livelli molto elevati (84 punti su 100) facendo registrare veri e propri picchi di euforia. In presenza di queste condizioni l'ottimismo degli investitori diventa troppo elevato e dietro l'angolo cresce il rischio di improvvise prese di beneficio sul mercato.

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