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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2013 alle ore 08:32.

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ROMA - Alcuni conti americani hanno speculato in questi giorni «contro» l'Italia: hanno aperto posizioni «net short», cioè, hanno venduto i titoli di Stato allo scoperto con l'intenzione di ricomprarli a un prezzo più basso prima delle elezioni. Altri conti, questa volta soprattutto italiani, stanno alleggerendo le massicce posizioni lunghe sui titoli italiani perchè è ragionevole non esporsi troppo quando le elezioni hanno un esito non più scontatissimo.

Altri ancora, conti domestici ed esteri, hanno venduto per incassare profitti elevati, dal 15% al 10%: temono l'inizio di una turbolenza politica che potrebbe durare diverse settimane e peggiorare nel caso di vittoria del centrosinistra alla Camera ma non al Senato.
Di motivi per disinvestire dal rischio-Italia ve ne sono più di uno sul piatto. I sondaggi, seguitissimi all'estero a volte con malriposta fiducia, danno Berlusconi in continua rimonta, il PD con consensi in lieve calo e una campagna elettorale poco incisiva mentre la Lista Monti risulta meno brillante del previsto. Il gap tra centrosinistra e centrodestra ridotto al 3%, pur se le fonti non sono del tutto attendibili, ha fatto il giro del mondo. Gli investitori esteri che detengono ancora svariate centinaia di miliardi di euro in BTp si tormentano dando una reale possibilità al Cavaliere di ritorno a Palazzo Chigi. Le rinnovate incertezze sul rischio-Italia pesano maggiormente con l'aggravante della Spagna e del pericolo di un Governo Rajoy travolto dagli scandali e con improvvisa chiamata alle urne.

Le vendite sul rischio-Italia hanno fatto riallargare lo spread BTp/Bund ma in maniera marginale, contenuta, rispetto ai picchi della scorsa estate e ai minimi toccati al galoppo a metà gennaio. I rendimenti dei BTp a due, cinque e dieci anni, sul secondario, sono tornati rispettivamente al 2%, 3,20% e 4,45% (dal minimo dell'1,38%, 2,77% e 4,12% dell'11 gennaio e dalle vette del 5%, 6,% e 6,6% dello scorso 24 luglio). La volatilità accompagnerà i BTp fino al voto, hanno convenuto in coro gli strategist. Dall'estero, l'interrogativo principale è rivolto a Berlusconi: «Tornerà al potere?», si chiedono in tanti.

«Berlusconi ha la capacità di aumentare il rischio sistemico non in Italia ma in tutta l'Eurozona - ha commentato un gestore americano -. Ma il rischio più grande per l'Italia è l'arrivo di un Governo debole e nuove elezioni a stretto giro». Gli investitori esteri continuano a investire in BTp perchè confidano nella capacità dell'Italia di tornare a crescere riducendo il debito pubblico tramite riforme strutturali e pareggio di bilancio strutturale. Per Marc Ostwald di Monument securities, nella City il rischio principale percepito sull'Italia è lo «stallo politico» dove Mario Monti, contrariamente a quanto previsto fino a qualche tempo fa all'estro, potrebbe uscire dalle elezioni debole e incapace di imporre i suoi ritmi alle riforme strutturali del nuovo Governo. Anche Riccardo Barbieri di Mizuho ha convenuto ieri che «gli investitori esteri sono sorpresi per l'alleanza Monti che non va sopra il 15% dopo i risultati che il Governo Monti ha conseguito».

«Fino alla scorsa settimana la comunità internazionale non dava peso alle elezioni in Italia - ha spiegato lo strategist di una grande banca svizzera -. Poi la risalita di Berlusconi ha riacceso l'attenzione sull'Italia e il Cavaliere è tornato fonte di preoccupazione: i mercati hanno reagito male, in maniera eccessiva, a questo brusco risveglio, ma la turbolenza si attenuerà quando gli stranieri si renderanno conto che le probabilità di un Berlusconi di nuovo al Governo sono estremamente basse».

Altri strategist puntano il dito al mix periferico Berlusconi-Rajoy, dove la Spagna per alcuni è più preoccupante dell'Italia perchè ha problemi strutturali peggiori mentre per altri i nodi spagnoli non sono una novità tanto quanto lo è la rimonta di Berlusconi e le incertezze elettorali sul Senato italiano. Le elezioni in Germania potrebbero costringere Madrid, se fosse necessario, a chiedere aiuto al Meccanismo europeo di stabilità il prima possibile, per evitare che gli elettori-contribuenti tedeschi siano chiamati a salvare uno Stato proprio mentre votano. Le vicende del Monte, infine, non hanno fatto vacillare la reputazione del sistema bancario italiano, che viene giudicato solido.
isabella.bufacchi@ilsole24ore.com

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