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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2013 alle ore 11:39.

L'attenzione del mercato era concentrata soprattutto su capex e dividendi dopo le promesse fatte poco meno di un anno fa. E Terna non ha deluso le aspettative ribadendo, nel business plan 2013-2017 presentato oggi, il forte impegno a favore della rete elettrica nazionale (4,1 miliardi di euro, di cui circa 300 milioni per le batterie già autorizzate nel piano di sviluppo 2011) e confermando quanto annunciato a marzo scorso: dividendo base di 19 centesimi di euro più un pay out del 60% grazie al contributo delle attività non tradizionali. «Abbiamo ancora una volta superato un anno molto difficile - ha sottolineato l'ad del gruppo, Flavio Cattaneo, illustrando il piano insieme al presidente Luigi Roth - con risultati in crescita che premiano l'eccellente lavoro svolto dalla società».
Nei prossimi cinque anni, dunque, la spa dei tralicci prevede di mettere in campo uno sforzo notevole per la sicurezza e l'ammodernamento della rete elettrica, alla quale sarà destinato l'83% dei 4,1 miliardi di euro di investimenti previsti nel nuovo business plan. Guardando poi all'orizzonte di medio-lungo termine, il piano di sviluppo 2013 conferma investimenti per 7,9 miliardi di euro. Nessuna battuta d'arresto, quindi, da parte di Terna. Il gruppo prova così a rispondere con i numeri del piano alle due Authority (Antitrust ed Autorità per l'Energia) che non hanno risparmiato qualche richiamo nei giorni scorsi alla società di Cattaneo.
Tornando alla strategia illustrata oggi, cresce poi il "peso" delle attività non tradizionali: le mosse della società hanno assicurato una pipeline di 400 milioni di euro su questo versante a cui si potrebbero affiancare altri 900 milioni potenziali. Un contributo che, unito alla performance delle attività tradizionali e al controllo dei costi, consentirà di portare oltre l'80% l'Ebitda margin alla fine del piano. Nel corso del quale, il gruppo intende agire con forza anche sul fronte del debito.
Per questo, la società ha rivisto le previsioni di riduzione dell'indebitamento messe nero su bianco nel vecchio business plan: l'incremento non sarà più di 1,6 miliardi di euro, ma di un miliardo con un calo di 600 milioni sulle stime precedenti. E con un effetto benefico sul rapporto tra debito e Rab che dovrebbe mantenersi sotto il 60% da qui alla fine del piano. Infine il dividendo. Nessuna sorpresa rispetto a quanto annunciato un anno fa, come peraltro si aspettavano i mercati.
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