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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2013 alle ore 11:28.
Tristemente famoso anche in Italia per i pesanti tagli al personale e alle attività di ricerca e sviluppo, Ben Verwaayen, ceo di Alcatel-Lucent negli ultimi 4 anni e mezzo, ha annunciato oggi che si dimetterà non appena sarà trovato un suo successore.
Il gruppo di apparati per telecomunicazioni ha reso noto che nel 2012 il bilancio si è chiuso con una perdita netta di 1,37 miliardi di euro, in seguito a un calo dei ricavi in Europa e in Cina e soprattutto per una impairment charge (non cash) proprio da 1,4 miliardi contabilizzata nel quarto trimestre per svalutazione di asset. Il giro d'affari annuale è sceso del 5,7% a 14,45 miliardi di euro. Non sarà distribuito alcun dividendo.
Oggi le azioni del gruppo hanno reagito con un rialzo intorno al 7% alle prospettive di cambiamento. Ma la capitalizzazione del gruppo resta di circa il 70% inferiore rispetto a quando, nel settembre 2008, Verwaayen, ex ceo di Bt Group, prese le redini della società lanciando continui piani di ristrutturazione, con una riduzione del portafoglio prodotti e molte migliaia di tagli all'occupazione.
Adesso il board, con i cacciatori di teste della Ryssell Reynold Associates, sta cercando un nuovo chief executive. Il risveglio del titolo Alcatel-Lucent di quest'anno è legato al prestito da 2 miliardi di euro con Credit Suisse e Goldman Sachs, che dà tempo al gruppo per ulteriori manovre di riassetto e qualche dismissione.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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