Dopo mesi di temporeggiamento, anche l'India ha finalmente concluso le trattative sulle forniture di potassio, siglando un contratto al prezzo di 427 dollari per tonnellata, il 10,8% in meno rispetto al 2012. Viene così cancellato un elemento di incertezza che stava pesando non solo sui bilanci dei produttori del fertilizzante, ma anche sulle strategie di approvvigionamento degli agricoltori di tutto il mondo. Gli acquisti di potassio sul mercato spot sono infatti prezzati a premio rispetto ai valori concordati dai maggiori consumatori, Cina e India, nei contratti di lungo periodo.
Le trattative per il 2013 si sono protratte per un tempo lunghissimo, mettendo in gravi difficoltà i big del settore, dalla canadese Potash Corp of Saskatchewan alla russa Uralkali: in Nord America le scarse esportazioni hanno fatto accumulare enormi scorte, che in dicembre superavano del 37% la media degli ultimi cinque anni. Normalmente i rinnovi contrattuali avvengono all'inizio dell'autunno, ma Pechino stavolta ha aspettato fino al 31 dicembre per firmare il primo contratto (decisivo, perché poi gli altri vengono replicati in termini identici o quasi). Ieri ha ceduto anche New Delhi.
La Indian Potash Limited (Ipl) ha confermato di essersi accordata con la Belarussian Potash Co (Bpc), braccio commerciale di Uralkali e della bielorussa Belaruskali, per acquistare un milione di tonnellate nel corso dell'anno. Il managing director P. S. Gahlaut stima che altre società indiane nei prossimi giorni ne ordineranno altri 2,5 milioni.
Il prezzo di 427 $/tonn, pur essendo più conveniente rispetto ai 490 $ che l'India pagava l'anno scorso, non sembra essere un buon affare in confronto a quello concluso dai cinesi, che per la medesima quantità di un milione di tonnellate sono riusciti a strappare uno sconto maggiore: 400 $ contro i 470 che pagavano in precedenza. Il contratto che Sinofert Holdings ha firmato a fine dicembre con Campotex (società di marketing dei produttori nordamericani Potash Corp, Mosaic e Agrium) dura tuttavia soltanto per sei mesi. Inoltre, è normale che le forniture all'India costino una ventina di dollari per tonnellata in più, per tenere conto dei maggiori costi di spedizione.
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