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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2013 alle ore 06:42.
FRANCOFORTE. Dal nostro corrispondente
Decisa autodifesa del proprio operato e di quello della Banca d'Italia nella vigilanza sul Monte dei Paschi di Siena da parte del presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, che attribuisce le polemiche al clima pre-elettorale in Italia.
Commentando pubblicamente per la prima volta sul caso Mps, Draghi, nella conferenza stampa mensile al termine della riunione di consiglio a Francoforte, ha sostenuto che sulla vicenda c'è un rapporto dettagliato della Banca d'Italia, che «ha fatto tutto quello che doveva, in modo appropriato e a tempo debito». L'ex governatore di Bankitalia ha anche ricordato che un team del Fondo monetario che ha visitato il nostro Paese per il consueto monitoraggio sul sistema finanziario ha emesso un giudizio preliminare da cui emerge che l'azione dell'organo di vigilanza è stata «tempestiva e appropriata, nei limiti del quadro legale» in cui opera Banca d'Italia. Draghi ha sottolineato anche che l'Fmi ha notato che Bankitalia ha controllato da vicino la situazione e intensificato l'azione di vigilanza quando i problemi a Siena sono diventati più acuti. «Ho firmato io entrambe le ispezioni sul Monte dei Paschi - ha rivendicato il banchiere centrale - ed è stata la Banca d'Italia a fornire la maggior parte della documentazione alla magistratura».
In linea con quanto affermato nei giorni scorsi dal suo successore a via Nazionale, Ignazio Visco, Draghi ha osservato però che «in caso di frode, la vigilanza non ha poteri polizieschi o giudiziari». Una delle conseguenze della creazione di una vigilanza unica europea dovrebbero essere anche profondi cambiamenti nei poteri delle autorità nazionali, come quelli di valutare se il management abbia le caratteristiche, professionali e morali, adatte («fit and proper») per reggere una banca ed eventualmente rimuoverlo. Anche nel caso Mps, «avere maggiori poteri sarebbe stato di aiuto, ma quando si ha a che fare con una frode non si sa mai».
Sarà importante anche che la nuova vigilanza bancaria unica abbia poteri di liquidazione delle banche, uniformi per tutti i Paesi, ha sostenuto il presidente della Bce, per evitare salvataggi a spese dei contribuenti e problemi per il sistema dei pagamenti come è avvenuto nel fallimento Lehman. Questo però non è il caso dell'Mps. «Il Monte Paschi non è assolutamente una banca in via di liquidazione», ha affermato Draghi, secondo cui «è cruciale che la banca continui sulla strada della riorganizzazione già avviata per ritrovare solidità e redditività».
Il suo ruolo nel gestire la vicenda Mps, ha affermato Draghi, non è minimamente collegato con l'attribuzione della responsabilità principale della vigilanza unica europea alla Bce e non dovrebbe far sorgere dubbi a questo proposito, «dato che la Banca d'Italia ha agito in modo corretto e tempestivo».
Il presidente della Bce ha anche cercato di minimizzare le polemiche sulla vicenda. «Non voglio prendere posizione nelle elezioni italiane - ha detto - ma molto di quello che si sente o si legge in questi giorni, sui blog e altrove, è rumore di sottofondo dovuto alla campagna elettorale». Curiosamente, Draghi ha ricevuto ieri il plauso del quotidiano popolare tedesco "Bild", che lo ha collocato nella sua rubrica di prima pagina sui "vincitori" di giornata, per l'appoggio ricevuto dal Fondo monetario nella sua azione alla guida di Banca d'Italia sul caso Mps: ha fatto un buon lavoro, sostiene il giornale, citando l'Fmi.
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