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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2013 alle ore 10:58.

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La scure di Bankitalia cade sulla Banca Popolare di Spoleto. La massima autorità bancaria ha disposto il commissariamento della bca umbra, l'ultimao istituto indipendente della regione.
Il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Vittorio Grilli ha firmato il decreto
che sancisce lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo.

Da stamattina il titolo della tormentata banca umbra è sospeso in Borsa. Secondo quanto si era appreso da fonti finanziarie, fin dalla prima mattina i numero uno della banca Nazzareno D'Atanasio sarebbe stato convocato a Perugia, alla sede locale della vigilanza bancaria. E con lui anche gli altri consiglieri. Alle ore 11 è iniziato un cda straordinario "chiesto" proprio da Bankitalia. Due ore dopol la doccia fredda e lo scenario peggiore che si poteva prefigurare è diventato realtà. Spazzati via i vertici della banca. Il che significha far calare definitivamente il sipario su Giovannino Antonini, il dominus che da oltre dieci anni comanda (prima direttamente, poi indirettamente) la banca.

Già di per sè la convocazione di un cda negli uffici della Banca d'Italia è un atto "straordinario". Secondo quanto si apprende, al board si sono presentati,per partecipare, anche sei ispettori direttamente da Roma.

Diffficile non leggere il pesante intervento di Via Nazionale alla luce delle ultime vicende della banca: proprio ieri infatti è scaduto il termine per liquidare il socio Mps. Sei mesi fa la Banca Mps, che detiene il 25% della PopSpoleto, aveva disdetto il patto di sindacato che la legava alla Scs, Spoleto Credito Servizi, la holding cooperativa che controlla la banca. A quel puno è scattata un'opzione "put" (vendere) per la banca senese: Scs è obbligata a comprare quella quota a un prezzo pattuito. Ma la Scs, che ha pendente un aumento di capitale della banca, non ha la liquidità per rimborare il socio e ri-comprarsi la quota. Che fare?

Il tutto mentre all'orizzonte è comparso un "cavaliere bianco", la cordata Clitumnus del super-avvocato romano Francesco Carbonetti e dell'imprenditore umbro Carlo Colaiacovo. Clitumnus è pronta a rilevare la maggioranza e a lanciare un'Opa a 2,1 euro sul titolo. Ma la Scs ha sdegnamente rifiutato il corteggiamento, bollando l'offerta come inadeguata.

Ma ora che la Scs è stata detronizzata, le chance di vittoria del cavaliere bianco Clitumnus salgono decisamente.

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