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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2013 alle ore 06:43.

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LONDRA. Dal nostro corrispondente
Sedici miliardi di dollari almeno dividono Bp dalle autorità americane. Ogni tentativo di colmare in via amichevole il gap è fallito e lunedì davanti al tribunale di New Orleans il gruppo britannico si misurerà in sede civile contro l'accusa di «colpa grave» che, secondo le stime più diffuse potrebbe portarla a pagare un indennizzo di 21 miliardi di $ alle autorità americane. Ci riferiamo, naturalmente, alla tragedia della piattaforma Deepwater Horizon che il 20 aprile 2010 esplose nel Golfo del Messico provocando la morte di undici persone e innescando il più grave disastro ecologico della storia americana.
Se sarà riconosciuta la «colpa grave» Bp potrebbe essere condannata a una sanzione di 4.300 $ per ogni barile di petrolio disperso nelle acque del Golfo. In caso contrario la penalità si ridurrebbe a 1.100 $ per barile. Nel primo caso il conto potrebbe superare i 20 miliardi, nel secondo – in base ad una complessa serie di altre variabili – il prezzo finale potrebbe essere «molto inferiore ai 5 miliardi», come ha dichiarato Rupert Bondy che agisce per conto del gruppo di Saint James Square nella causa. La differente valutazione non ha consentito, secondo Bp, di giungere «a una transazione su base ragionevole (...) costretti come siamo stati a misurarci con richieste eccessive e non radicate nella realtà».
La divergenza non riguarda solo la responsabilità nell'accaduto e nelle operazioni di messa in sicurezza: c'è disaccordo anche sulla quantità di greggio disperso, con le autorità americane che secondo Bp hanno presentato una stima del 20% superiore alla realtà. Il processo che comincia lunedì si concentrerà, comunque, solo sulla dinamica dei fatti e sulle colpe di Bp. La seconda fase del dibattimento sarà invece in settembre e in quella sede sarà quantificato il danno in termini di barili rilasciati nell'ambiente.
Sarà dunque battaglia legale a New Orleans, con Bp decisa a combattere «vigorosamente», come ha voluto precisare in un comunicato diffuso ieri mattina. In attesa di allora, il gruppo britannico insiste nel diversificare la propria attività produttiva, dopo una "cura dimagrante" che l'ha fatta scivolare dalle prime posizioni nella classifica delle major petrolifere. In questo contesto è stato annunciato ieri un investimento da 5 miliardi di $ che Bp farà con il partner indiano Reliance per sfruttare un giacimento di riserve di gas di 110 miliardi di metri cubi nella baia del Bengala. Un mega investimento che Bp e Reliance prevedono di effettuare in un periodo compreso fra 3 e 5 anni.
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