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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2013 alle ore 18:56.

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La disoccupazione è una «tragedia». Nell'area euro ci sono ormai «quasi 19 milioni di disoccupati, quasi quanti l'intera popolazione dell'Olanda e ridurla è una sfida urgente». A lanciare questo pressante appello è stato il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, nel corso di un intervento all'Accademia cattolica di Monaco di Baviera.
Il capo dell'Eurotower ha nuovamente esortato gli Stati a portare avanti riforme strutturali volte a ridare slancio alla crescita, restituendo spazio anche ai principi di etica nell'economia. La disoccupazione, ha detto Draghi, «soffoca la vitalità dei nostri lavoratori. Impedisce alle persone di svolgere un ruolo attivo e significativo nella società. Porta alla disperazione - ha proseguito - e soffoca le aspirazioni dei giovani».

La Bce, ha detto il suo presidente, ha fatto la sua parte nella crisi intervenendo contro i rischi di disgregazione dell'area euro, ma ci sono dei limiti al suo operato. «Non possiamo riparare bilanci in dissesto. Non possiamo salvare banche in difficoltà. Non possiamo risolvere problemi di fondo della struttura delle economie europee», ha detto Draghi. Questi sono punti che chiamano in causa Stati e governi, sta a loro, «affrontare i problemi strutturali delle economie. Devono attuare riforme che sostengano il potenziale di crescita». E nel farlo devono anche tenere in considerazione principi di etica che devono tornare fondanti nell'economia, ha avvertito Draghi, che nel suo intervento ha ricordato l'educazione che ha ricevuto presso una scuola di gesuiti.

Il capo della Bce ha citato quali esempi di mancanza di etica la disoccupazione giovanile a livelli elevatissimi di alcuni Paesi, o quelli dell'esorbitante evasione fiscale di altri Stati, citando una cifra - 55 miliardi di euro evasi in un anno - che sembra molto ricordare i dati sull'Italia forniti a gennaio dalla Guardia di Finanza.

Per Draghi, inoltre, la crisi finanziaria «ha minato la fiducia della gente nella capacità dei mercati di generare prosperità per tutti» e «ha messo a rischio la tenuta del modello sociale europeo». «Insieme all'accumulazione di ricchezze esorbitanti da parte di alcuni, ci sono diffuse difficoltà economiche», ha proseguito il presidente della Bce, «interi Paesi hanno sofferto per le conseguenze di errori passati, ma anche a causa di forze del mercato che sono a volte oltre il loro controllo». Secondo Draghi «le riforme dovrebbero puntare non solo a creare più crescita e posti di lavoro ma anche a rendere la società più equa». Il numero uno dell'Eurotower ha difeso comunque la moneta unica europea, sottolineando che «l'euro è un mezzo per promuovere la pace tra le nazioni e un mezzo per migliorare la nostra prosperità».

Infine, il presidente della Bce ha affermato che l'ipotesi di uscire dalle misure straordinarie «è lontana». Draghi, a Monaco di Baviera, ha sottolineato che la liquidità generata dalle operazioni Ltro «non produce inflazione».

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