CANBERRA
Caos in vista per il mercato internazionale dei minerali ferrosi. Un ciclone si sta abbattendo sullo Stato australiano del Western Australia. I porti usati da Rio Tinto e Bhp Billiton per spedire il materiale verso la Cina e altri clienti internazionali sono stati chiusi per precauzione. Metà della fornitura mondiale di «iron ore», necessaria per l'industria siderurgica, è quindi sospesa. Si attende un nuovo aumento dei prezzi della materia prima, scesi sotto i 154 dollari a tonnellata dopo aver raggiunto il record degli ultimi 16 mesi mercoledí scorso (a 158,90). Per ora, però, la debolezza della domanda di acciaio frena i rincari della materia prima. In particolare, i porti della regione di Pilbara, da dove quest'anno si sono spediti 500 milioni di tonnellate di materia prima, si stanno attrezzando per affrontare Rusty, un ciclone che dovrebbe portare con sé venti che viaggiano fino a 280 chilometri orari. Il suo arrivo è previsto per mercoledí.
Port Hedland, il principale terminal dell'area, è stato chiuso in previsione della tempesta, secondo il portavoce della facility, Steed Farrell. Duecento chilometri più a sud, il porto di Dampier è anche in via di chiusura, secondo quanto dichiarato dai responsabili a Reuters. La cautela è d'obbligo, considerato che il ciclone Rusty potrebbe raffozzarsi fino a raggiungere la categoria 4 (su una scala da uno a cinque) al momento di raggiungere Port Hedland, secondo il Bureau of Meteorology australiano.
BHP Billiton, Fortescue Metals Group e Atlas Iron dovrebbero spedire più di 275 milioni di tonnellate di minerali quest'anno via Port Hedland. Rio Tinto, invece, usa i porti di Dampier e di Cape Lambert e prevede di spedire 260 milioni di tonnellate attraverso questi porti nel 2013. Un ciclone di categoria 1 ha costretto alla chiusura dei principali terminals il gennaio scorso, causando una caduta del 9% dell'export nel mese e un aumento del 5,2% dei prezzi spot.
© RIPRODUZIONE RISERVATA