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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2013 alle ore 08:21.

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La copertura dei rischi aziendali seduce gli assicuratori. Dopo i piani a livello globale lanciati nei mesi scorsi dalle Generali, l'altro "campione" che sta per nascere nell'industria nazionale delle polizze, UnipolSai - 14 milioni di clienti, premi per oltre 15 miliardi stimati per il 2015 - annuncia progetti di crescita in un comparto dove ha mantenuto finora una presenza trascurabile. Lo fa con la prima intervista del presidente di Fonsai Fabio Cerchiai che delinea le strategie della compagnia alla vigilia del matrimonio con il gruppo Unipol e rassicura sul confronto in atto con l'Ivass (il regulator assicurativo). Quest'ultimo nei giorni scorsi ha sospeso i termini del suo iter autorizzativo della fusione (120 giorni scattati alla fine di dicembre) facendo nuovi accertamenti. «L'istituto - spiega Cerchiai - vuole valutare e confrontare la qualità degli attivi e la consistenza delle riserve dei due gruppi. È una nuova authority, è comprensibile che intenda verificare stime fatte in precedenza». Che influenza avrà lo stop sull'assemblea di fusione delle due società in un primo tempo prevista per fine aprile? «Non sono in grado di fare previsioni. Il problema non è quello di svolgere l'assemblea ad aprile o giugno ma, semmai, di fare due assemblee (una per il bilancio, l'altra per la fusione) che si pensava di far coincidere, forse con un po' d'ottimismo. Resta però fortemente auspicabile che l'operazione di fusione si possa concludere al più presto».
La posta in gioco è importante. «Dal salvataggio di Fonsai ad opera di Unipol - sottolinea Cerchiai - nascerà il secondo campione nazionale del settore. Spero che non sia solo un punto di arrivo ma soprattutto di partenza. In quest'ultimo anno Fonsai ha cambiato volto, il gruppo ha superato le sue anomalie, sono cambiati gli azionisti e l'intera prima linea manageriale. Quella che si va a fondere non è solo una compagnia risanata ma che ha grandi potenzialità».
Ed ecco i progetti. Nei rami danni, oltre alla leadership nella Rc auto che intende mantenere, la compagnie punta con decisione allo sviluppo delle coperture dei rischi aziendali (corporate). «È il momento giusto per farlo visto che il settore sta registrando un andamento tecnico decisamente favorevole». Rappresenta inoltre - osserva ancora Cerchiai - una sorta di "green card" per entrare in contatto con comunità nuove di consumatori retail. Anche per le imprese, inoltre, conviene assicurarsi di più. «Rappresenta uno strumento di integrazione del capitale e del merito di credito». Aziende assicurate avranno più possibilità di ottenere affidamenti da banche che nei prossimi anni saranno molto più selettive.
Nelle prossime settimane Fonsai alzerà il velo sui suoi conti annuali. Pur senza fornire alcuna anticipazione Cerchiai indica le partite che quest'anno avranno effetto sui conti. La prima è giù nota, riguarda il nuovo incremento delle riserve da 650 milioni che manderà ancora una volta in rosso i conti della compagnia. Era proprio necessario? Già il piano "in solitaria" di Fonsai - spiega Cerchiai - prevedeva un'integrazione di riserve da 200 milioni l'anno per il triennio. Quando il nuovo cda, indicato da Bologna, si è insediato nel novembre scorso «abbiamo accertato la rispondenza di questi fabbisogni anche ai criteri di riservazione adottati in Unipol. Abbiamo però deciso di anticipare fin da quest'anno l'incremento delle riserve (per 650 milioni) per attuare scrupolosamente il principio del costo ultimo che impone alle compagnie di porre in bilancio fin da subito i capitali che saranno chiamate a pagare negli anni successivi». Quando alla seconda "partita" attiene agli asset immobiliari su cui in queste settimane sono in corso le valutazione aggiornate. «È possibile che qualche conseguenza vi sarà visto l'andamento negativo del mercato».
Quanto agli asset da cedere su richiesta dell'Antitrust (per 1,7 miliardi) non vi sono particolari novità. A fine aprile verrà inviata ai soggetti che hanno manifestato interesse (15-20 tra italiani e stranieri) un information memorandum, quindi inizieranno le negoziazioni sulla base di offerte che successivamente diverranno vincolanti. Il processo sarà concluso entro l'anno. Le cessioni non riguarderanno solo i portafogli ma anche reti di vendita e personale delle compagnie interessate (soprattutto Milano Assicurazione). Proverrà da quell'area buona parte degli esuberi previsti dal gruppo per l'integrazione e quantificati in 2.200 unità. Per il resto si studieranno forme di ricollocamento del personale o soluzioni di alleggerimento sulle quali è già in atto il confronto sindacale. Le ultime parole di Cerchiai sono per gli azionisti di risparmio della Milano Assicurazione che, insoddisfatti delle condizioni, potrebbero decidere di bloccare in assemblea la fusione. «Non sarebbe una decisione vantaggiosa per loro. All'indomani delle cessioni la Milano rimarrà una compagnia di limitate dimensioni con dividendi commisurati a tali dimensioni». C'è tutto da guadagnare a far parte di un aggregato più ampio.
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