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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2013 alle ore 13:34.

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Alle banche italiane servono 21 miliardi di euro per aumentare la copertura dei crediti dubbi, allineandola agli standard europei. È quanto indicano gli analisti di Mediobanca Securities in uno studio pubblicato oggi. Gli istituti della Penisola hanno attualmente una copertura media del 39% dei crediti dubbi, ben al di sotto della media europea (53%) e si va dal 43% di Unicredit e Intesa Sanpaolo al 24% del Banco Popolare.

Nel bilancio 2012 la «pulizia» dei conti
Secondo lo studio, la «pulizia» di bilancio potrebbe avvenire nel 2012, a carico quindi dei conti del quarto trimestre, mantenendo adeguati indici patrimoniali e dividendi in linea con le attese. Per Unicredit e Intesa si tradurrebbe di uno «sforzo» da 8 miliardi ciascuna. Mediobanca Securities rilancia l'idea di una «bad bank» in cui far confluire sofferenze ed incagli, finanziata dall'Esm, con un capitale da 18 miliardi di euro.

Ipotesi bad bank al vaglio del mercato
Importo questo «più gestibile» dei 33 miliardi indicato in un report dello scorso ottobre. «Pensiamo che il mercato accoglierebbe con favore (la bad bank), perché probabilmente stimolerebbe anche la disponibilità di credito per far ripartire l'economia» e «per le istituzioni europee sarebbe ben difficile negare» questa possibilità all'Italia dopo averla accordata alla Spagna e tenendo conto dei 125 miliardi di contributo italiano all'Esm.

Serve un Governo
La cattiva notizia» é che «l'attuale incertezza politica italiana ostacola un progetto di bad bank perché il Paese al momento non ha un Governo che potrebbe negoziare i termini con le istituzioni europee».

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