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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2013 alle ore 09:04.

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Snam non cambia i propri piani per il futuro e punta a far dell'Italia l'hub sud-europeo del gas e a promuovere, grazie alla strategica alleanza con i belgi di Fluxys, la piena integrazione delle reti del Vecchio Continente. Un duplice obiettivo, strettamente collegato, al quale la società, appena passata sotto le insegne di Cdp e guidata da Carlo Malacarne, riserva un impegno consistente: 6,9 miliardi di euro da qui al 2016, la maggior parte dei quali serviranno a rafforzare le infrastrutture della penisola e a gettare le basi per quel "reverse flow" che è il tassello clou del corridoio Nord-Sud del gas, al centro dell'intesa sottoscritta con Fluxys. «Anche per il quadriennio 2013-2016 confermiamo un consistente piano di investimenti volto al potenziamento delle infrastrutture del gas italiane e al contemporaneo sviluppo a livello internazionale, con l'obiettivo di promuovere una sempre maggiore integrazione delle reti europee e di consolidare il ruolo di Snam tra i principali operatori integrati in Europa», spiega Carlo Malacarne, il numero uno della società, che oggi, a Londra, illustrerà il piano alla comunità finanziaria.

Focus sulla penisola e sul reverse flow: 10,8 mld di investimenti fino al 2020
Il grosso delle risorse, come detto, sarà destinato ad aumentare la flessibilità del sistema italiano e ad allentare la dipendenza energetica: 6,2 miliardi (di cui 1,3 nel 2013) saranno quindi utilizzati a rendere possibili i flussi bidirezionali con il Centro-Europa, come ricorda Malacarne nella nota diffusa dalla società, per consentire alla penisola di giocare un ruolo strategico nel Vecchio Continente. «Destineremo 3,7 miliardi al trasporto, un miliardo allo stcocaggi e 1,5 miliardi alla distribuzione», chiarisce poi l'ad presentando a Londra il piano ad analisti e stampa. Ma soprattutto, precisa ancora l'ad, sulla penisola arriverà un'altra dose massiccia di investimenti dal 2017 al 2020: altri 4,6 miliardi di investimenti «per completare i progetti in costruzione nei business del trasporto e dello stoccaggoio». In particolare, il nuovo piano prevede un incremento di circa 1.000 km della rete di trasporto (+3%) e un aumento della potenza installata nelle centrali di compressione di circa 150 megawatt. Quanto agli stoccaggi, Snam punta a implementare del 25% la capacità di modulazione e del 14% quella di punta. Mentre, sul fronte della distribuzione, l'obiettivo sono 6,7 milioni di contatori nel 2016 a fronte dei 5,9 di fine 2012.

Dalla campagna di Francia all'integrazione delle reti Ue
Sul versante internazionale, la società si muoverà nel solco tracciato dal terzo pacchetto Energia cercando di dar seguito agli impegni assunti con Fluxys per la completa integrazione delle reti europee, forte anche dell'ultimo traguardo centrato nelle scorse settimane in consorzio con Edf e il fondo sovrano di Singapore (Gic): l'avvio della trattativa in esclusiva con i francesi di Total per l'acquisizione del braccio transalpino (Tigf) che controlla le reti e due siti di stoccaggio nel sud-ovest della Francia. Per la "campagna" di Francia, l'impegno sarà di 600 milioni di euro - che sarà coperto, assicura il cfo del gruppo, Antonio Paccioretti, davanti agli analisti «usando una parte importante della nostra flessibilità» -, mentre un altro miliardo sarà destinato ad altre operazioni allo studio nel corso del 2013. Anche perché, come ribadisce l'ad, Snam «continuerà a guardare a joint venture e acquisizioni» nel settore della distribuzione del gas ma guardando «ad asset che possano soddisfare rigorosi criteri finanziari e mantenere il profilo di solidità».

Per il 2013 dividendo in linea con l'esercizio precedente
Uno sforzo consistente che non spaventa Malacarne e i suoi. Tanto che Snam, dopo aver fissato al 36% a fine 2016 il nuovo livello della Rab (con una crescita annua del 3,4%), ribadisce la solidità finanziaria del gruppo – che non a caso è riuscito a rimborsare integralmente il debito con Eni dopo lo scorporo e «che non ha esigenze di rifinanziamento fino al 2015», come ribadisce a più riprese anche il cfo Paccioretti – e continua ad assicurare agli azionisti una significativa remunerazione: 25 centesimi di euro per l'esercizio 2012 (10 centesimi distribuiti come acconto a ottobre e saldo in pagamento dal 23 maggio con stacco cedola il 20). Ma soprattutto s'impegna già da ora a garantire per il 2013 «un dividendo per azione in linea con il 2012».

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