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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2013 alle ore 06:42.
Mario Greco firma il suo primo bilancio da Ceo di Generali con una incisiva pulizia dei conti e con profitti operativi in progresso. La compagnia triestina ha ieri reso noto il progetto di bilancio per l'esercizio 2012 chiuso con un utile di appena 90 milioni (956 milioni nel 2011) dopo svalutazioni contabili per 1,7 miliardi. Sono i risultati della completa asset review annunciata dallo stesso Greco nell'agosto scorso, quando giunse sul ponte di comando del Leone. L'operazione trasparenza si è proposta di allineare le metodologie di impairment delle Generali a quelle in uso presso i suoi maggiori competitor, restringendo da 3 ad 1 anno e dal 50 al 30 per cento, rispettivamente, la durata e l'intensità delle perdite di valore degli asset che fanno scattare gli abbattimenti contabili.
I nuovi criteri hanno imposto svalutazioni sugli asset disponibili per la vendita per 792 milioni (per circa metà riguardano la partecipazione del 2,9% in Intesa Sanpaolo), sui finanziamenti e crediti per 118 milioni, sugli asset immobiliari per 56 milioni e su altre attività per 156 milioni. Telco ha pesato per 148 milioni. Agli azionisti della compagnia la "pillola" è stata addolcita con l'impegno a distribuire le stesso dividendo (0,20 per azione) del 2012, attingendo alle riserve per la quota non coperta dagli utili annuali.
La conferma delle cedole assieme ad un apprezzamento dei più elevati standard di trasparenza spiegano il vistoso balzo in Borsa del titolo del leone (+9,35% a 13,33 euro) con volumi assai elevati. È il segnale che molti investitori istituzionali hanno deciso di entrare sul titolo e, sui rilazi, potrebbero comunque influito anche alcune ricoperture di posizioni al ribasso prese nelle settimane precedenti. È il caso ad esempio di Viking global investor che, ancora ieri, risultava aver shortato lo 0,76% del capitale del Leone.
Impairment a parte, il bilancio industriale delle Generali attesta un positivo andamento del business con una raccolta premi in crescita del 3,2% a 70 miliardi (per il 70% realizzata all'estero) e un risultato operativo di 4,2 miliardi (+10,5%). Le svalutazioni non hanno avuto effetto sul margine di solvibilità della compagnia poichè , a quei fini, i suoi asset erano già contabilizzati al valore di mercato. Il solvency ratio di Generali è infatti salito al 150% rispetto al 117% di fine 2011.
I premi lordi del ramo vita sono cresciuti a 46,8 miliardi (+3,1%), spinti da prodotti di risparmio (+5,8%). Anche il risultato operativo è in miglioramento (2658 milioni, + 9,5%) grazie soprattutto alle performance di Italia (1060 milioni, +9,3%) e Francia (464 milioni, +57%). La raccolta è risultata positiva anche per i rami danni (22,8 miliardi, + 3,3%) che registrano un incremento significativo del risultato operativo (1664 milioni, +5,6%) . L'indicatore di redditività rappresentato dal combined ratio (rapporto tra spese e premi incassa) è ulteriormente migliorato a 95,7% (96,5% nel 2011) soprattutto in Italia (-1,6 punti percentuali. In forte crescita, trainati dai buoni risultati di Banca Generali, sono stati anche i profitti operativi del segmento finanziario saliti a 408 milioni (+21,7%).
Il Cda ha anche deliberato di procedere con progetto di razionalizzazione delle attività italiane della compagnia nel cui ambito Ina Assitalia prenderà il nome di Generali Italia spa cui faranno capo le reti agenziali e dei broker nella penisola. Alleanza Assicurazioni spa sarà invece capofila della rete dei produttori dipendenti. È stato infine varato un nuovo sistema di remunerazione per i principali manager del gruppo e nuovo entry bonus in azioni Generali a beneficio del group Ceo e di alcuni dirigenti al cui servizio sarà chiesto alla prossima assemblea degli azionisti di autorizzare l'acquisto fino a un massimo di 800mila azioni proprie.
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