In un'epoca dove gli sceriffi dei mercati si moltiplicano, Gary Gensler è l'equivalente di Wyatt Earp, leggendario protagonista della sfida all'Ok Corral. Gensler, il presidente della Commodity Futures Trading Commission (Cftc), ha il suo selvaggio West finanziario da riportare all'ordine e lo sta facendo con il piglio aggressivo che fa di lui il "top regulator" americano: dopo aver indagato e cominciato a multare le banche per lo scandalo del Libor e dei tassi d'interesse, adesso vuole vederci chiaro anche sul fixing – e la possibile manipolazione – di metalli preziosi del calibro di oro e argento.
La nuova inchiesta è informale, ma questo non deve ingannare. La serietà delle intenzioni della Cftc è emersa ieri: «Dopo ciò che abbiamo visto sul Libor – ha fatto sapere Bart Chilton, uno dei cinque commissari della Cftc e stretto collaboratore di Gensler – saremmo degli sprovveduti se non verificassimo la credibilità di altri benchmark». Lo stesso caso del Libor era nato dall'esperienza su un altro settore, quello del gas naturale, dove l'Authority aveva scoperto truffe sulle quotazioni usate per calcolare indici energetici. Ed è almeno dal 2008, frutto di improvvisi cali nei prezzi, che tiene d'occhio l'argento. Dimensioni e sofisticazione del mercato giustificano l'attenzione: le sole banche commerciali statunitensi, stando al Tesoro, hanno contratti legati ai metalli preziosi per 198 miliardi di dollari (dati a settembre 2012).
La Cftc è già ora l'agenzia che ha subito la maggior trasformazione tra le Authority americane: Gensler, in carica da quattro anni, ha preso le redini di un organismo di sorveglianza sonnolento, che rischiava di essere assorbito dalla Securities and Exchange Commission (Sec). E l'ha guidato, al contrario, a uno straordinario rafforzamento dei poteri, facendo leva sulla riforma Dodd-Frank: la legge ha chiesto inedita trasparenza nei derivati, oscuro universo da centinaia di migliaia di miliardi al centro delle recenti crisi e sul quale la Cftc vanta giurisdizione.
Gensler oggi è all'avanguardia dell'intera missione volta a riorganizzare il trading degli swap su scala mondiale, stimati in 639mila miliardi, a partire nei giorni scorsi da contratti su alcuni tassi e valute e sul credito. È reduce in tutto da qualcosa come 900 interventi normativi dal 2009. Ed è co-chairman del Comitato delle autorità globali dei mercati sulla riforma dei benchmark, a fianco di Martin Wheatley della Fsa britannica. Quando è arrivato il momento del ricambio nella seconda amministrazione di Barack Obama, non a caso la sua poltrona è rimasta sicura: al 55enne ex partner di Goldman Sachs, non a Mary Schapiro della Sec, è stato chiesto dalla Casa Bianca di restare. La risposta secca di Gensler? «Ho ancora molto lavoro da fare». A cominciare da oro e argento.
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