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Questo articolo è stato pubblicato il 16 marzo 2013 alle ore 08:19.
Il saldo commerciale del "sistema legno" ha fatto registrare un significativo +143,1% tra il 2007 e il 2012. La differenza tra import ed export ha toccato quota 177 milioni di euro – il primo dato positivo da cinque anni – a conferma che anche per le imprese impegnate nella lavorazione della materia prima legno diventa sempre più importante uscire dai confini nazionali.
I dati resi noti in occasione del workshop di FederlegnoArredo su «L'industria del legno e i nuovi mercati» mostrano che l'anno scorso la propensione alle esportazioni ha visto una crescita del 48% e che dal 2007 al 2012 il rapporto tra export e fatturato è passato dal 12,6% a un significativo 18,7 per cento. A dare soddisfazioni alle imprese italiane impegnate nelle vendite oltre confine sono soprattutto Russia, Svizzera e Francia, ma buoni risultati vengono anche dal Medio Oriente, dal Nord Africa e dall'Asia Centrale. «Tra gennaio e agosto 2012 il transito merci verso la Russia è cresciuto del 42% – sottolinea Teresa Gargiulo, direttore del centro Studi FederlegnoArredo – Se consideriamo che questo Paese rappresenta il secondo mercato d'esportazione per l'Italia (il primo è la Svizzera) possiamo dire che in prospettiva è sicuramente quello più promettente».
La crescita dell'export nei Paesi extra-Ue è stata confermata anche dai risultati dei macrosistemi edilizia-arredo e pannelli. Nel primo caso le performance migliori sono state raggiunte dall'arredo urbano e dai pavimenti che tra il 2010 e il 2011 hanno fatto registrare rispettivamente incrementi del 72,6 e del 48 per cento. La crescita complessiva del macrosistema è stata invece del 28,4 per cento. Buoni anche i risultati per le esportazioni extra Ue dei pannelli: sebbene la crescita complessiva sia stata di appeno lo 0,6% tra il 2010 e il 2011, spiccano il +17,2% dei pannelli Mdf (Medium density fibreboard) e il +9,4% dei tranciati.
Dati interessanti, che confermano che il settore del legno – composto prevalentemente da aziende di piccole e medie dimensioni – ha intrapreso la strada giusta, commenta Fabio Sdogati, docente di Economia internazionale al Mip del Politecnico di Milano. «Una delle ragioni della crisi che stiamo vivendo in Sud Europa – aggiunge però Sdogati – è proprio la dimensione inadeguata delle imprese, che comporta l'incapacità di competere sui mercati internazionali». La strada, insomma, è quella giusta, ma il percorso è sicuramente lungo.
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