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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2013 alle ore 14:55.
«L'Europa sta rischiando un assalto agli sportelli»: è la minacciosa profezia di Wolfgang Münchau, che lancia l'allarme sul Financial Times dopo la decisione dei ministri delle Finanze dell'eurozona di imporre a Cipro un prelievo forzoso sui depositi bancari. Il salvataggio di Cipro dimostra che «d'ora in poi i Paesi creditori insisteranno perché ogni salvataggio bancario sia co-finanziato dai depositanti», scrive Münchau, mettendo sull'avviso Italia, Spagna e Portogallo.
«Se si voleva alimentare il clima politico di insurrezione nell'Europa del Sud, questo era il modo di farlo», ironizza l'opinionista del Ft. A lungo termine, a suo parere, l'accordo su Cipro porterà un danno politico «enorme». A breve termine, avverte, il pericolo consiste in «un assalto agli sportelli generalizzato, non solo a Cipro».
Per Münchau, i ministri delle Finanze dell'eurozona «potrebbero avere dato il via a un assalto agli sportelli». E cita Sir Mervyn King, governatore della Bank of England, secondo cui non è razionale dare il via a un assalto agli sportelli, «ma è razionale parteciparvi una volta che è scattato».
Con la decisione su Cipro – argomenta Münchau – in sostanza l'eurozona ha «fatto default» sulle garanzie assicurative sui depositi bancari, introdotte nel 2008 dopo il crollo della Lehman Brothers. Cipro deve fare un prelievo del 6,75% sui depositi fino a 100mila euro, e del 9,9% al di sopra di quella soglia. Giuridicamente, si tratta di una tassa sul patrimonio. Economicamente è «un taglio».
Favorevole alla tassa per i depositi al di sopra dei 100mila euro, ovvero per la parte non coperta dalla garanzia assicurativa sui depositi («Non c'è nessuna ragione morale o economica per proteggere gli stranieri che hanno deciso di parcheggiare grandi somme in un conto bancario cipriota, per qualsiasi motivo»), Münchau critica il fatto che siano stati colpiti i piccoli correntisti.
«A meno che all'ultimo minuto non ci sia una sospensione per i piccoli risparmiatori, la maggior parte dei risparmiatori ciprioti agirebbe razionalmente se ritirasse il resto dei suoi soldi semplicemente per proteggerli da ulteriori tagli o tasse». «Sarebbe razionale se lo facessero anche i risparmiatori del resto dell'Europa del Sud», sostiene Münchau, considerando logica un'eventuale corsa agli sportelli in Italia, Spagna e Portogallo.
L'esperienza di Cipro – sottolinea l'opinionista - dimostra che la solvibilità di un'assicurazione sui depositi è buona quanto quella dello Stato. Considerando il tasso di indebitamento del settore pubblico dell'Italia, o quello combinato del settore pubblico e privato di Spagna e Portogallo, «non c'è nessun modo in cui questi governi possano assicurare da soli tutti i depositi bancari».
Münchau si stupisce quindi del fatto che i ciprioti non abbiano ritirato i soldi prima. «Non leggevano i giornali? Forse si fidavano del nuovo presidente di Cipro, che ha promesso loro che non avrebbe mai accettato questo?». E si stupisce del fatto che la fuga dei capitali sia stata così limitata nel resto dell'Europa del Sud: «Anche loro si sono fidati dei loro governi? E soprattutto, continueranno a farlo adesso?».
Nonostante gli ostacoli che dovrebbero impedire assalti agli sportelli nell'eurozona, Münchau afferma che «quando la paura raggiunge la massa critica, la gente agirà, e allora l'assalto agli sportelli diventa un processo che si perpetua sa sé».
Molti pensavano che la crisi fosse finita – aggiunge - perché Mario Draghi, presidente della Bce, aveva dato la garanzia del prestatore d'ultima istanza. Ora i correntisti devono capire che se la crisi era finita «era solo perché l'eurozona ha trovato una nuova fonte di finanziamento: i loro risparmi».
«Non ho idea – conclude Münchau - se nelle prossime settimane ci sarà o no un assalto agli sportelli. Ma certamente sarebbe razionale».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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