Dovrebbero bastare le rassicurazioni del presidente della Consob Giuseppe Vegas e le dichiarazioni dell'Abi
Per L'Italia, dice Vegas, «non c'è nessun pericolo, nessuna preoccupazione di contagio. Le Borse oggi (ieri, n.d.r.) non stanno andando bene - ha detto - ma non c'è nessuna similitudine con l'Italia. Le nostre finanze pubbliche sono solide, non c'è nessuna preoccupazione di contagio e la tenuta dell'euro è assolutamente fuori discussione». Opinione condivisa dall'Associazione bancaria italiana: i nostri istituti di credito «hanno una posizione di grande solidità», dice l'Abi, e non c'è un rischio di contagio per la vicenda di Cipro. «Dai dati della Banca dei regolamenti internazionali (Bri) - In una nota l'Abi, l'associazione bancaria guidata da Antonio Patuelli - le banche italiane risultano esposte verso Cipro in misura minima, complessivamente fra tutte sotto un miliardo di euro. Di qui la massima serenità nell'escludere il rischio contagio».

I numeri di Cipro, d'altronde, indicano un peso residuale all'interno dell'Unione Europea: vale lo 0,2% del Pil continentale e un centesimo circa di quello italiano. Dimensioni che rendono davvero poco vulnerabile il pur non solidissimo sistema finanziario europeo al virus cipriota. E gli accostamenti tra il prelievo sui conti correnti delle banche di Cipro con quello deciso dal governo Amato del 1992 sono azzardati, se non altro dimensionalmente: 21 anni fa si decise un prelievo straordinario del 6 per mille, contro una forbice tra il 6 e il 10 per cento ipotizzato in nel caso cipriota. Una differenza davvero consistente.