Il prelievo forzoso sui conti correnti a Cipro allo studio in queste ore evoca un precedente italiano. Correva l'11 luglio 1992 quando il governo tecnico guidato da Giuliano Amato varò per decreto un pacchetto di riforme da 30mila miliardi di lire che comprendeva anche un prelievo forzoso dai conti correnti.

Il prelievo fu retroattivo (a partire dal 9 luglio) per un ammontare pari al 6 per mille (quindi decisamente inferiore rispetto alle percentuali che circolano nelle proposte avanzate al momento su Cipro, che oscillano dal 3 al 15% in base all'importo).

La decisione fu motivata come «interesse di straordinario rilievo», a causa di «una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica».

Vegas (Consob): non drammatizzare
Sul caso Cipro e su un possibile contagio in Italia è intervenuto oggi Giuseppe Vegas, presidente di Consob. Per L'Italia «non c'è nessun pericolo, nessuna preoccupazione di contagio. Le Borse oggi non stanno andando bene - ha detto - ma non c'è nessuna similitudine con l'Italia. Le nostre finanze pubbliche sono solide, non c'é nessuna preoccupazione di contagio e la tenuta dell'euro é assolutamente fuori discussione».

L'Abi esclude rischio contagio
Le banche italiane «hanno una posizione di grande solidità» e non c'è un rischio di contagio per la vicenda di Cipro. Così in una nota l'Abi, l'associazione bancaria guidata da Antonio Patuelli. «Dai dati della Banca dei regolamenti internazionali (Bri) - aggiunge l'Abi - le banche italiane risultano esposte verso Cipro in misura minima, complessivamente fra tutte sotto un miliardo di euro. Di qui la massima serenità nell'escludere il rischio contagio».

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