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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2013 alle ore 07:31.
Citigroup paga il conto aperto con gli investitori per il suo ruolo nella crisi finanziaria: la grande banca americana ha accettato di versare 730 milioni di dollari per archiviare l'accusa d'aver ingannato il mercato sulla propria salute in una cinquantina di collocamenti di titoli del debito nell'arco di due anni, tra il maggio del 2006 e il novembre del 2008. Un conto salato: l'intesa è la seconda per dimensioni raggiunta da un grande istituto americano in un caso portato dagli investitori. Il record spetta a Bank of America, con 2,4 miliardi versati agli investitori per aver nascosto le condizioni di Merryll Lynch al momento del suo acquisto.
L'elenco dei danneggiati da Citi - che avevano fatto scattare quattro anni or sono una class action, un ricorso collettivo, in cerca di risarcimenti - comprende il fondo pensione degli insegnanti dell'Arkansas e il fondo pensione degli sceriffi della Louisiana. Questi e altri investitori istituzionali hanno accusato Citi, in dettaglio, di aver celato la sua possibile esposizione a perdite su titoli garantiti da mutui residenziali, in particolare subprime. E anche di aver sottostimato le riserve a fronte di passivi e mentito sulla qualita' di alcuni asset. Le 48 operazioni impugnate riguardano sia obbligazioni che azioni privilegiate.
"Solo nel novembre del 2008, quando la banca ricevette il sostanziale soccorso del governo, gli investitori furono messi al corrente della sua reale situazione finanziaria", ha indicato lo studio legale Bernstein Litowitz Berger & Grossman che ha rappresentato i fondi danneggiati. Citigroup, nel sottoscrivere l'accordo, ha tuttavia negato ogni violazione e reso noto di aver deciso di patteggiare per evitare i costi e l'incertezza di una protratta battaglia legale. "L'intesa rappresenta un altro significativo passo avanti nel risolvere la nostra esposizione ad accuse scaturite dalla crisi finanziaria - ha affermato in un comunicato - Citi è oggi una società fondamentalmente diversa".
La banca aveva già patteggiato con un gruppo di azionisti, accettando di pagare 590 milioni di dollari l'agosto scorso. Quel caso l'aveva vista accusata di aver occultato l'esposizione a derivati, le Collateralized debt obligations (Cdo), con l'intento di sostenere le quotazioni in Borsa. Nel 2010 aveva inoltre pagato una multa alla Sec da 75 milioni per mancanza di trasparenza sulla sua esposizione ai mutui subprime.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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