Cipro la prossima settimana sarà ancora nell'euro? Gli scenari possibili per l'isola
La Bce ha lanciato l'ultimatum per risolvere la crisi di Cipro. Entro lunedì va trovato un accordo. Ma il salvataggio dell'isola è diventato una partita a scacchi tra Ue, Cipro e Russia. E per questo è più complicato del previsto. Ecco i quattro possibili scenari per il futuro dell'isola - L'implosione di un Paese e i limiti della zona euro
di Vito Lops
1. Scenario 1: Piano B con prelievo forzoso sui conti correnti "mitigato"
L'unica certezza sul salvataggio di Cipro è che il "piano A" è saltato. Prevedeva un prestito di Ue-Fmi da 10 miliardi, agganciato al recupero di ulteriori 5,8 miliardi attraverso un prelievo forzoso sui depositi. Le aliquote ipotizzate inizialmente andavano dal 6,75% (per somme inferiori a 100mila euro) al 10% (per somme superiori). Altri rumor indicavano un'aliquota massima fino al 15%. Il prelievo forzoso, annunciato in tv dal presidente Nicos Anastesiades, ha però scatenato il panico nell'isola.
Le immagini delle file agli sportelli bancomat di Nicosia e dintorni hanno fatto il giro del mondo. Martedì 19 marzo il Parlamento di Cipro ha bocciato il "piano A". Da allora si lavora alacremente a un secondo piano mentre le banche sono precauzionalmene chiuse fino a martedì 26 marzo, dato che si teme una fuga di capitali. La nuova ipotesi contempla la creazione di un fondo di solidarietà – attraverso il quale verrebbero impegnati beni dello Stato - per ottenere i 5,8 miliardi necessari, attraverso una strada alternativa al prelievo forzoso sui conti correnti.
Ci sono però dubbi sulle possibilità concrete che con il fondo si possano reperire le risorse necessarie al raggiungimento del target di 5,8 miliardi. «I numeri del Fondo di solidarietà sono troppo vaghi e non assicurano la riduzione del rapporto debito/pil al 100% nel 2020», ha spiegato una fonte vicina alle trattive tra Nicosia e la Troika.
Per questo motivo non è escluso che venga comunque inserito un prelievo forzoso sui conti correnti, cercando però di andare a colpire solo i ricchi investitori e limitando o azzerando il prelievo nei confronti dei piccoli risparmiatori. Se si mantenesse il prelievo forzoso, per quanto mitigato rispetto al "piano A", si rischierebbe comunque di creare un pericoloso precedente dato il non trascurabile pericolo di alimentare tensioni anche tra correntisti di altri Paesi dell'Eurozona.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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