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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2013 alle ore 07:56.

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I richiami di Bankitalia sull'austerità dei banchieri vengono accolti a Verona. Al Banco Popolare infatti, stando alle indiscrezioni, rinunciano ai bonus per l'anno 2013 l'amministratore delegato Pier Francesco Saviotti, il direttore generale Maurizio Faroni e il condirettore generale Domenico De Angelis. La settimana scorsa via Nazionale aveva lanciato un monito generale perché «i competenti organi sociali delle banche» si mostrassero morigerati «allineando le previsioni di perdita all'accresciuta rischiosità degli attivi e contenendo la quota variabile delle remunerazioni e la distribuzione degli utili». E la banca veronese si era già adeguata prevedendo una sensibile riduzione (fino al 70%) del montepremi complessivo disponibile per i bonus rispetto all'anno precedente. Il piano di attribuzione, destinato al «personale più rilevante», recepiva inoltre le direttiva di Bankitalia prevedendo che almeno il 50% del premio derivante da tali sistemi dovesse essere attribuito in azioni o strumenti ad esse collegati.
La scelta di Saviotti, Faroni e De Angelis – che hanno volontariamente detto no al sistema incentivante per il 2013 – replica quindi la decisione che era già stata assunta lo scorso mese di settembre relativamente alla rinuncia dei bonus 2012.
Una decisione avvenuta in epoca antecedente alle disposizioni emanate dall'Autorità di Vigilanza in materia di politiche di remunerazione e incentivazione negli istituti di credito.
Nelle indicazioni del governatore Ignazio Visco a dire il vero c'era anche la richiesta di «particolare prudenza» per le banche il cui indice patrimoniale si allontani di livelli richiesti. Tuttavia, nonostante il risultato negativo, la solidità patrimoniale di Banco Popolare non sembra destare preoccupazioni. Anzi. Il Core Tier 1 Ratio è pari al 10,1%, in netto rialzo rispetto al 7,1% di inizio anno. Il miglioramento dei coefficienti si fa però anche con i risparmi. E con il sistema bancario alle prese con la riduzione degli oneri operativi (anche Banco Popolare ha visto scendere i costi del personale del 7,3% tra il 2011 e il 2012) un pensiero va ai colleghi meno fortunati. Così Saviotti, Faroni e De Angelis, oltre a tagliarsi i bonus, hanno aderito con altri manager all'erogazione del contributo del 4% sulla retribuzione annua da destinare al Fondo per l'occupazione giovanile come previsto dall'accordo stipulato tra l'Abi e i sindacati in occasione del rinnovo del contratto nazionale dello scorso anno.
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