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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2013 alle ore 20:33.
Le perdite sono superiori alle attese e superano i tre miliardi, ma il bilancio approvato oggi dal consiglio di amministrazione di Mps è «un bilancio di svolta» approvato in un «momento non facile», a completamento di una «fase di discontinuità gestita da un nuovo management», ha assicurato l'amministratore delegato della banca, Fabrizio Viola, presentando i conti 2012 in conference call con gli analisti. «L'operazione trasparenza - ha spiegato - passa attraverso un bilancio come questo, attraverso l'avvio delle azioni di responsabilità e risarcimento dei danni approvate dal cda a febbraio e attraverso il "restatement" del bilancio, che ha riguardato le operazioni strutturate e le spese del personale».
Dunque il prezzo da pagare alla gestione passata è di 3,17 miliardi, vale a dire le perdite - nettamente al di sopra delle stime degli analisti, che si attendevano un rosso da poco più di 2 miliardi – registrate nel bilancio 2012. Sul risultato hanno pesato rettifiche nette su crediti da oltre 2,67 miliardi, oneri di ristrutturazione una tantum da 311 milioni, svalutazione di partecipazioni. Nei nove mesi la perdita netta era stata di 1,66 miliardi per le ulteriori svalutazioni degli avviamenti. Il core tier 1 della banca sale all'11,3% proforma.
I ricavi sono diminuiti nel 2012 (-6,2%) sia per effetto della riduzione del margine di interesse (-18,1%) che sconta il brusco calo dei tassi di mercato e, nel quarto trimestre, la contabilizzazione degli interessi sul Tremonti Bond e i mutati criteri di consolidamento di Popolare di Spoleto a seguito del venir meno del controllo congiunto, sia per effetto della riduzione delle commissioni nette (-7,4%). Gli oneri operativi calano del 3,7% grazie alle manovre sul personale, inoltre le coperture dei crediti in sofferenza salgono al 57,9%, in crescita di 250 punti base rispetto a fine 2011 in considerazione del perdurare della crisi e delle incertezze sulle prospettive future.
In ogni caso, con i conti 2012 non ci sono più zone d'ombra nel portafoglio finanziario dopo che nei mesi scorsi sono emersi i problemi legati agli strutturati Alexandria Santorini e Nota Italia: «La razionalizzazione del portafoglio é stata consistente» ha spiegato Viola agli analisti. I titoli di Stato italiani in portafoglio ammontano a 25,8 miliardi «con una duration non breve» ha aggiunto, sottolineando la negatività di questa lunga durata finanziaria. «Confermiamo il nostro approccio strategico di ridurre il portafoglio immobilizzato coerentemente con le condizioni di mercato».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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