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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2013 alle ore 11:03.

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Le agendine cult di Moleskine debuttano senza il botto. La griffe da cartoleria, unica matricola del 2013, non riesce a scaldare i motori e si muove vicino al prezzo di Ipo. C'era molta attesa per ildebutto della sola azienda che finora ha osato sfidare i mercati per quotarsi in Italia. Ma dopo un avvio molto roboante, il titolo si sta lentamente portando al prezzo del debutto, in scia col ripiegamento di Piazza Affari che dopo un avvio tonico ora è di nuovo finita in rosso.

Partita in quarta, con un balzo robusto del 3%; Moleskine è stata una breve fiammata perchè già dopo un'ora dal debutto, si è sgonfiata per tornare al prezzo di debutto (2,3 euro ad azione).

L'andamento riporta ancora una volta i riflettori sul prezzo a cui Moleskine è andata in Borsa: può un'azienda di prodotti di cartoleria, per quanto "griffati" e di fascia alta, avere la stessa valutazone di una casa di lusso come Brunello Cucinelli o addirittura di una conglomerata mondiale del super-lusso come Lvmh? La domanda non è casuale perchè questi sono stati i "comparables", ossia le società a cui Moleskine è stata paragonata dalle banche d'affari per andare in Borsa: 6 volte il fatturato, 15 volte il Mol (multipli da bolla speculativa degli anni d'oro del 2006). Valori che sarebbero giustificati dal fatto che Moleskine ha forti tassi di crescita ed è a suo modo un "marchio": agli investistori in fase di road show è piaciuta molto la storia di crescita. Moleskine effettivamente ha margini pazzeschi (circa la metà del fatturato diventa redditività), ma quanto sono sostenibili? L'azienda può ogni anno sì salire ai ritmi visti in passato, dicono alcuni analisti, ma a patto che investa in nuovi negozi e boutique monomarca. Che però richiedono ingenti investimenti che assorbono liquidità e circolante. Un gatto che si morde la coda. Rischia di essere una crescita "pompata".

Ma senza fare troppe speculazioni che lasciano il tempo che trovano e restando fermi all'oggi, forse il nodo rimane la valutazione. Vero è che Moleskine è stata prezzata a metà della forchetta. Il non aver tirato troppo sul prezzo di Ipo è servito in teoria a lascira un margine di apprezzamento (il cosiddetto upside). Ma forse la stessa forchetta era un po' tirata. A ben vedere il collocamento è stato sì un successo, ma non stratosferico: richieste di sottoscrizione 3,6 volte l'offerta sono poca roba rispetto alle ultime Ipo (Cucinelli aveva avuto oversubscription per 13 volte) . Certo, dall'Ipo Cucinelli è passato un anno e il contesto non aiuta: oggi non è facile attirare investitori in Italia e le incertezze politiche non aiutano. Apoche ore di debutto, il giudizio su Moleskine rimane sospeso. E non c'è ancora risposta alla domanda se sia un'azienda cara o meno.

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