TOKYO - La "rivoluzione" promossa dal nuovo governatore Kuroda nella politica monetaria fa bene alla Borsa e deprime sia lo yen sia i tassi sui titoli di stato nipponici, in una giornata di debolezza per le altre piazze azionarie asiatiche.

L'indice Nikkei, dopo il +2,2% di ieri, ha chiuso in rialzo del 1,58% a 12.833,64 punti, dopo aver superato in giornata un progresso del 4% oltrepassando il livello dei 13mila punti per la prima volta dall'agosto del 2008. A trainare i rialzi dell'azionario sono le società esportatrici (grazie allo yen debole) e il comparto finanziario ed immobiliare, che dovrebbe beneficiare più direttamente della politica reflazionista della BoJ. Lo yen ha toccato i nuovi minimi da tre anni e mezzo sul dollaro oltre quota 97, mentre sull'euro è sceso fino a 125,50. I rendimenti sui titoli di stato decennali giapponesi sono precipitati al minimo storico di 0,315% per poi recuperare leggermente. C'è stato un momento in cui il rendimento dei trentennali è addirittura sceso sotto quello dei ventennali allo 0,925% (contro 0,935%) prima di risalire sopra l'1 per cento.

Kuroda è intervenuto oggi in parlamento (per la conferma definitiva della sua nomina per un pieno mandato quinquennale) dichiarando di non temere che il maxistimolo monetario senza precedenti possa portare a bolle di asset. Il premier Shinzo Abe ha poi lodato le mosse della banca centrale. A segnalare la ripresa già in atto dell'economia è arrivato l'indice degli indicatori coincidenti, in aumento dello 0,5% a 92,1 a febbraio rispetto al mese precedente, mentre la stessa BoJ ha alzato le sue valutazioni sullo stato dell'economia per il quarto mese consecutivo. Le altre Borse asiatiche, a differenza del Nikkei, hanno manifestato debolezza, tra la cautela degli investitori in anticipazione dei dati sull'occupazione negli Stati Uniti. A Seul l'azionario è sceso ai minimi da due mesi sui timori per l'atteggiamento della Corea del Nord e per l'indebolimento dello yen sul won. E Hong Kong è in caduta di oltre due punti e mezzo, ai minimi da 4 mesi, per le preoccupazioni suscitate dal diffondersi di una nuova epidemia di influenza aviaria che ha già ucciso 5 persone nella Cina orientale.

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