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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2013 alle ore 16:02.

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In vista del cruciale consiglio di amministrazione di domenica 14 aprile, la partita Rcs comincia a comporsi dei dettagli cruciali. Oggi è l'ultimo giorno per l'adesione preventiva alla ricapitalizzazione di 400 milioni e, a quanto si apprende, a questa tappa si arriverà avendo contemporaneamente incassato il fondamentale sostegno delle banche creditrici. Nelle ultime ore, infatti, gli istituti avrebbero raggiunto un accordo sul rifinanziamento del debito per 575 milioni.

In particolare, sarebbero state accettate le garanzie aggiuntive richieste da UniCredit. Il che avrebbe permesso di completare il quadro. La banca di Piazza Cordusio, esposta per circa 100 milioni, dopo aver appurato che l'iniezione di liquidità da 400 milioni per metà servirà per rimborsare subito i creditori finanziari, si era detta disponibile a partecipare alla prima tranche di rifinanziamento per 27 milioni ma non alle altre due per complessivi 50 milioni. Negli ultimi giorni, tuttavia, le posizioni si sarebbero avvicinate e UniCredit si sarebbe resa disponibile a mettere sul piatto i 77 milioni richiesti. A sbloccare la situazione avrebbe contribuito la disponibilità a concedere alle banche, come auspicato da Piazza Cordusio, ulteriori garanzie rispetto alla riuscita del piano di ristrutturazione. In particolare, sarebbero stati inseriti dei covenant, da verificare in sede di approvazione del bilancio 2014, che, se disattesi, faranno scattare integrazioni immediate. Prima tra tutte l'avvio in tempi strettissimi e senza necessità di ulteriori trafile della procedura per la seconda tranche di aumento di capitale da 200 milioni.

Nel mentre, per oggi, si punta ad avere un'idea chiara di quelle che potrebbero essere le adesioni del patto di sindacato, che raccoglie il 58% del capitale, alla prima fetta di ripatrimonializzazione da 400 milioni. Allo stato attuale il sì all'iniezione di liquidità sarebbe arrivato, anche in via formale, da Fiat, Mediobanca e Intesa Sanpaolo. Ma tra gli aderenti ci saranno anche Mittel, il gruppo Unipol, Pirelli e Edison. In tutto poco meno del 42% del capitale. Ma in forse ci sono ancora la Italmobiliare dei Pesenti, la Sinpar dei Lucchini e la Eridano Finanziaria che valgono un altro 10,7% del capitale e che decideranno in prossimità della ricapitalizzazione a fronte delle condizioni finanziarie dell'aumento, in particolare dello sconto che verrà applicato sul Terp.
L'iniezione di liquidità ha invece già incassato il no delle Generali e di Merloni, tra i soci del patto, e quello dei Benetton tra gli azionisti fuori dal sindacato. In posizione di attesa, invece, i grandi soci non vincolati Giuseppe Rotelli (16,5%) e Diego Della Valle (8%) la cui decisione potrebbe mutare sensibilmente gli equilibri visto che assieme contano per un 25% di Rcs. A conti fatti, dunque, dei 400 milioni sollecitati risultano garantiti più o meno 168 milioni. Il resto, se non verrà opzionato dal patto, sarà sottoscritto dalle banche del consorzio di garanzia.

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