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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2013 alle ore 21:24.

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Trattare di oro delle riserve ufficiali in Italia (come altrove) non è facile essendo un argomento tabù. Di oro in generale Alberto Quadrio Curzio ha spesso trattato già dalla fine degli anni '70 con riferimento ai vari ruoli del metallo giallo(ufficiali, ufficiosi, commerciali, industriali) soprattutto nel contesto internazionale. Varie pubblicazioni sono uscite anche in sedi editoriali inglesi.

Più di recente Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio, con due articoli usciti su Il Sole 24 ore del 23 agosto del 2011 e del 2012, hanno proposto di usare le riserve auree ufficiali dei Paesi della Uem come capitale di un costituendo «Fondo finanziario europeo» per emettere «EuroUnionBond». La proposta ha suscitato un ampio dibattito, ma anche un silenzio totale da parte dei Governi italiani e della Banca d'Italia che nel nostro Paese è il detentore delle riserve auree ufficiali. Più in generale la proposta degli EuroUnionBond non sembra prossima ad una attuazione a causa dell'opposizione tedesca la cui incomprensibile volontà "punitiva" rischia di portare danni gravi alla Uem. Ma non per questo i due autori della proposta l'hanno abbandonata.

Il programma "Bankoro" che viene presentato qui è un passo intermedio, rientra nelle competenze italiane ed ha come primo obiettivo quello di contribuire ad attenuare la nostra crisi. A tal fine bisogna partire dalla sistemazione delle partecipazioni private nel capitale di Bankit con una operazione che coinvolga le riserve auree detenute dalla Banca d'Italia. Il programma porterebbe a ricapitalizzare le banche italiane che sono (oggi illegalmente) "azioniste" di Bankit con effetti positivi su tutto il sistema bancario italiano e per l'erogazione di credito a vantaggio del sistema economico.

Le due proposte (EuroUnionBond e Bankoro) che hanno in comune un autore (Alberto Quadrio Curzio) non sono incompatibili ed entrambe vedono la necessità di "mobilitare", senza venderle, le riserve auree ufficiali delle banche centrali della Uem e quindi della Banca d'Italia. La loro natura di "riserva di ultima istanza" non prescrive che vengano pietrificate specie in un momento in cui l'Italia (e la Uem) ha gravi problemi fiscali, finanziari, bancari e di crescita. Quelle riserve ufficiali furono accumulate in anni postbellici molto virtuosi dopo una tragica guerra che le aveva pressoché azzerate . Fu una operazione faticosa ma lungimirante ben più di quanto accada adesso nel nostro Paese(e in Europa) che non privilegiando gli investimenti fatica molto a risalire la china di una grave crisi interna ed internazionale . Quanto all'utilizzo dell'oro non si tratterebbe per l'Italia del primo caso perchè dal giugno 1974 al luglio del 1978 il nostro Paese dette in garanzia 540 tonnellate di riserve auree per ottenere un prestito dalla Germania. Il programma Bankoro è molto meno impegnativo di quello del 1974 quando la regia finanziaria dell'Italia fu di Guido Carli. Ed è ovviamente meno impegnativo rispetto a quanto hanno fatto negli anni passati vari Paesi della Ue tra cui gli inglesi che tra il 1999 e il 2002 vendettero in 17 aste ben 345 tonnellate di oro delle riserve ufficiali al prezzo medio di 275 dollari l'oncia. Un "successo" visto che le aste inglesi finirono proprio quando iniziava il trend rialzista del prezzo dell'oro! Siamo consapevoli che trattare delle riserve ufficiali di oro è molto delicato per un intreccio di questioni che vanno da quelle giuridiche a quelle psicologiche. Siamo però convinti che sia un errore non affrontare il problema con un aperto dibattito invece di far calare sullo stesso il silenzio o erigere barriere difensive non adeguatamente motivate.

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