Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2013 alle ore 08:12.

My24

Identificare cicli stabili nel passato degli indici azionari è un procedimento delicato. I mercati presentano infatti evidenti comportamenti ricorsivi, dove le fasi di salita e caduta sono spesso caratterizzate da periodi di analoga ampiezza o da loro multipli. Ma affermare che il ritmo con il quale si sviluppano le tendenze sia costante sarebbe una grossolana semplificazione. Se fosse così, basterebbe segnare in anticipo sul calendario le date di termine di un ciclo e di inizio del successivo per gestire il proprio portafoglio azionario.

Quello che invece è possibile riscontrare è appunto una certa ritmicità nella alternanza di fasi caratterizzate da una direzione dominante diversa (ogni tendenza, anche la più evidente, non può svilupparsi senza che si verifichi una sequenza di avanzate e ritirate, quindi è corretto parlare di direzione dominante e non solo di rialzo o ribasso).
Negli ultimi 25 anni circa, a partire dai top del maggio 1986, il ciclo studiato sull'indice Mibtel/Ftse All Share ha avuto una ampiezza di 80 settimane. Ogni 80 settimane, quindi, o c'è stato un momento critico per la borsa oppure, se non si sono verificati movimenti rilevanti intorno a questa scadenza, il trend è proseguito nella direzione dominante – evidenziata fino a quel momento – per un altro ciclo.
I massimi del marzo 2000 ed i minimi del settembre 2001, i minimi de settembre 2001 e quelli del marzo 2003 – solo per citare gli esempi più eclatanti – sono separati da un intervallo temporale che oscilla tra le 78 e le 82 settimane. Dal minimo di marzo 2003 ai massimi della fine del 2007 il ciclo si è ripetuto per tre volte senza che la tendenza rialzista subisse variazioni significative, poi ha intercettato con discreta precisione i minimi del marzo 2009. L'ultimo punto di svolta del ciclo è stato nella settimana conclusa il 15 giugno 2012.

Da quel momento la tendenza dominante è stata di rialzo, anche se caratterizzata nel periodo tra febbraio ed aprile 2013 da un ritracciamento del 50% circa di quanto guadagnato nella prima parte e se in ottica temporale più estesa, considerando il movimento dai minimi di settembre 2011, è forse più corretto parlare di una fase laterale piuttosto che di un trend crescente. Il nuovo ciclo iniziato un anno fa circa è destinato a terminare nell'ultima settimana del 2013.
Nei prossimi mesi le aspettative in base all'analisi ciclica sono quindi incoraggianti, e lo diverrebbero ancora di più in caso di rottura di quota 19.000, che permetterebbe di dichiarare la fine della fase laterale. La storia passata ci dice che non necessariamente la scadenza del ciclo comporta una inversione di tendenza, anzi, solitamente al termine del periodo si verificano accelerazioni importanti dei prezzi, al rialzo o al ribasso, che confermano la direzione dominante per un altro intervallo di 80 settimane circa. Se il Ftse All Share saprà confermarsi al di sopra dei massimi di febbraio 2011 a 23.830 punti circa, le prospettive di proseguimento del rialzo anche nel medio lungo termine saranno decisamente elevate. Se al contrario i prezzi dovessero scendere sotto i supporti critici testati nel 2012 in area 13.500, il rischio di assistere ad una fase ribassista duratura, capace di interessare anche tutto il 2014, sarebbe da considerare con estrema attenzione.

Certo, se il ciclo individuato funzionasse solo per il mercato domestico, verrebbero dei dubbi sulla sua affidabilità: la Borsa italiana non è certo quella che influenza con il suo corso gli altri mercati.
Vediamo quindi come funziona l'approccio ciclico con l'S&p 500, l'indice guida dei mercati globali. A partire dai minimi del marzo 1980 il ciclo da 80 settimane ha funzionato egregiamente anche per il benchmark Usa, in particolare individuando in minimi del settembre 1998, i massimi del marzo 2000, i minimi del settembre 2001, la ripartenza della fase rialzista a marzo 2003 e mancando solo di poche settimane il massimo dell'ottobre 2007.
L'ultimo punto di svolta è stato segnalato dal ciclo in corrispondenza dei minimi di inizio giugno 2012 ed è destinato quindi a terminare a fine dicembre 2013. Nei precedenti due intervalli, terminati a inizio dicembre 2010 e a inizio giugno 2012, i prezzi hanno effettivamente rispettato una direzione ben definita durante tutto il periodo. Anche se non sono mancate fasi correttive, anche di una certa importanza, come quella di luglio-ottobre 2011.

È possibile, in base all'esperienza passata, che l'indice possa andare incontro a correzioni prima della fine del ciclo: flessioni che non intaccano la struttura di fondo del trend, ma che in ogni caso richiedono attenzione da parte dell'investitore per la gestione della posizione. Sarebbe infatti pericoloso utilizzare l'analisi ciclica come unico metodo di studio del mercato, meglio sempre introdurre qualche stop loss che protegga l'investimento.
L'S&p 500 segue dai minimi di inizio 2009 un canale rialzista con limite superiore attualmente a 1.670 ed inferiore a 1.319. A scadenza, a fine dicembre 2014, gli estremi del canale avranno invece un valore tra i 1.425 ed i 1.800 punti, ed è in quell'intervallo dove probabilmente si collocheranno i prezzi (il ciclo è iniziato da 1.325). La violazione della base del canale sarebbe invece un segnale per intervenire a difesa dell'investimento.

Commenta la notizia

Listino azionario italia

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Principali Indici

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Shopping24

Dai nostri archivi