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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2013 alle ore 06:42.

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TORINO. Dal nostro inviato
«Una società che non si rinnova è morta, ma una società che non conserva determinati valori della sua storia va incontro a rischi d'avventura». Giovanni Bazoli, rieletto ieri dall'assemblea dei soci alla presidenza di Intesa Sanpaolo, è anche così che spiega la sua scelta di ricandidarsi: una decisione presa dopo le «pressanti insistenze dei principali azionisti e del consigliere delegato», ha chiarito il professore, rifiutando per principio la «teoria della rottamazione», come lui stesso l'ha definita. E agli azionisti che sollevavano la "questione anagrafica" ha assicurato che «il mio attaccamento a questa banca è totale», motivo per cui - ha aggiunto - «non esiterei un momento a passare la mano ad altri al primo segno di difficoltà che avvertissi nell'espletamento del mio mandato».
Giovanni Bazoli ha guidato dal primo all'ultimo minuto un'assemblea lunga e articolata, che ha visto prima passare in rassegna i conti 2012, poi l'elezione del nuovo Consiglio di Sorveglianza, infine la relazione sulle politiche di remunerazione, con alcuni soci che hanno rinnovato la richiesta di un ulteriore abbassamento, dopo le riduzioni approvate un anno fa dai due consigli. Spazio anche al dissenso: quello di alcuni soci, in gran parte riconducibili a Fratelli d'Italia, che hanno denunciato l'invasività del Pd nella gestione della banca e le analogie con il caso Mps, e quello – silenzioso – dei fondi azionisti (si veda articolo a lato), che in larga parte si sono detti "contrari" alle tre liste presentate per il board.
Riguardo ai conti, i soci ieri hanno approvato la distribuzione della cedola da cinque centesimi, frutto di un bilancio 2012 archiviato come «il migliore degli ultimi cinque anni», come ha ricordato il ceo Enrico Cucchiani; il 2013, complice una crisi che non passa, si preannuncia come un anno difficile, ma il consigliere delegato ha confermato che «la cedola sarà pari o superiore a quella del 2012».
Dopo il bilancio, l'elezione del nuovo consiglio di Sorveglianza per il prossimo triennio. Oltre alla conferma di Bazoli alla presidenza, sono stati nominati come suoi vice Gianfranco Carbonato e Mario Bertolissi. Le quote rosa all'interno del board si fermano a quattro, mentre il numero complessivo di consiglieri è stato confermato a quota 19: la prima lista, quella presentata dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Cariplo, ha ottenuto il 45,3% delle preferenze tra i presenti (e 12 consiglieri), la seconda targata Padova-Firenze-Bolgona il 21,9% (e 5 consiglieri), mentre quella depositata dai fondi si è fermata al 9,3%, con due consiglieri. Oltre al presidente e ai vice, entrano nella Sorveglianza Jean Paul Fitoussi, Rossella Locatelli, Beatrice Ramasco, Giulio Lubatti, Carlo Corradini, Monica Schiraldi, Giuseppe Berta, Franco Dalla Sega, Pietro Garibaldi, Piergiuseppe Dolcini (lista 1), Jacopo Mazzei, Gianluigi Baccolini, Edoardo Gaffeo, Francesco Bianchi (lista 2), Rosalba Casiraghi, Marco Mangiagalli (lista 3).
Lunedì la prima riunione del nuovo consiglio, cui spetterà tra l'altro l'elezione del comitato nomine, necessario per la tappa successiva, vale a dire la designazione del Consiglio di gestione. Data ormai per scontata la presidenza di Gian Maria Gros-Pietro, restano ancora da sciogliere alcuni nodi: il numero dei componenti (Banca d'Italia ne avrebbe suggeriti nove, Intesa preferirebbe dieci) e la scelta dei tre manager che dovrebbero affiancare il ceo. Certa la presenza del direttore generale e cfo Carlo Messina e del responsabile dei rischi, Bruno Picca, ci sarebbe ancora posto per un direttore generale, Gaetano Micciché o Giuseppe Castagna.
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