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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2013 alle ore 07:17.

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New York - Una performance da Oscar di Borsa. E il premio lo hanno consegnato gli investitori sul palcoscenico di Wall Street: nel dopo mercato Netflix ha guadagnato ieri sera quasi il 25%, che sommato alla marcia del titolo durante la seduta ha portato il suo rialzo al 33 per cento. E' stato il bilancio del leader dello streaming e del videonoleggio, dimostratosi sempre piu' in grado di attirare abbonati con contenuto originale, a meritarsi riconoscimento e celebrazioni: nei primi tre mesi dell'anno ha incamerato utili netti per 2,7 milioni di dollari, che una volta eliminati oneri straordinari hanno battuto nettamente le attese facendo segnare 31 centesimi per azione contro 18. E un fatturato, in linea con le previsioni, in aumento del 18% a 1,02 miliardi.

Netflix ha anche indicato di aspettarsi utili tra i 23 e i 48 centesimi per azione nel secondo trimstre, una stima che potrebbe lasciare nuovamente nella polvere i pronostici medi di 30 centesimi. Ancor piu' dei milioni di dollari guadagnati sono stati i ranghi degli abbonati a sostenere l'ottimismo: sono aumentati di oltre due milioni nel trimestre negli Stati Uniti e di oltre un milione all'estero, rispondendo ai piani di espansione dell'azienda fondata da Reed Hastings nel 1998 nonostante la concorrenza di altri protagonisti quali Amazon. In casa oggi Netflix ha 29 milioni di cienti dei suoi servizi di streaming, quanti il canale a pagamento piu' prezioso del colosso dei media Time Warner, Hbo. A livello internazionale il suo servizio raggiunge 7,1 milioni di utenti.

L'asso nella manica di Netflix si chiama pero' contenuto accanto alla tecnologia. La societa' ha ottenuto un insperato successo con una nuova serie originale, House of Cards, che vede nel ruolo di protagonista l'attore Kevin Spacey, che la statuetta dell'Oscar, quella di Hollywood, l'ha vinta davvero. Agli abbonati sono stati offerti tutti assieme i 13 epidosi della serie, lanciando una temporanea offerta di servizio gratuito. Una scommessa vinta: pochissimi, solo ottomila, hanno cancellato il servizio dopo aver guardato a costo zero House of Cards. In programma ci sono ora altre serie.
Grazie a questa spinta, Netflix ha brillato tra gli operatori di mercato oltre che gli spettatori. Il suo titolo ha ormai guadagnato, alla chiusura di ieri, l'88% da inizio d'anno. E, attorno ai 214 dollari raggiunti nell'after-hours, si trova sotto solo piu' del 32 % rispetto ai suoi massimi storici di oltre 300 dollari. Dai minimi, toccati l'anno scorso tra dubbi sul futuro del business, e' ormai quadruplicato.

Il titolo di Netflix, tuttavia, e' per investitori dai nervi saldi. Negli ultimi sei trimestri l'annuncio del bilancio e' stato sempre seguito da movimenti nel prezzo in doppia cifra percentuale, quattro volte al ribasso e due volte al rialzo. A gennaio le azioni si impennarono addirittura del 42 per cento. Questa volta il guadagno in dollari e' stato di circa 50, pari cioe' all'intero valore del titolo ai minimi dello scorso settembre. Anche il raider Carl Icahn, che aveva comprato un quota del 10% di Netflix pagandola 58 dollari per azione con l'intento di premere per una cessione della societa', puo' adesso considerarsi soddisfatto.

Il protagonista californiano dello streaming di video, dunque, ha ribaltato le sue fortune sorprendendo tutti. Non mancano tuttavia i rischi, anzitutto che corra troppo e troppo in fretta: attualmente l'azienda è quotata a 593 volte gli utili per azione dell'ultimo anno, dopo aver raggiunto anche un multiplo di 650. Un rapporto elevato anche per il comparto Internet. La rapidità dell'ascesa e' stata straordinaria: a fine 2012 il P/E ratio era ancora pari a 55. Anche il P/E calcolato sulla base degli utili futuri, considerato da alcuni più appropriato per società a forte crescita quali Netflix, è elevato, pari a 145.

Gli analisti che sfoggiano scommesse ottimistiche sono ancora influenti. Pacific Crest Securities aveva nelle scorse settimane alzato il suo target di prezzo a 225 dollari, che oggi appare a portata di mano. Altri sono pero' piu' cauti, con target che prevedono anche un calo del titolo di circa il 30 per cento. Il quadro concorrenziale resta di sicuro ricco di sfide. I costi del contenuto salgono. I profitti, nonostante l'espansione internazionale, derivano anzitutto da un mercato americano sempre più maturo. Il segmento dei Dvd è avviato al declino irreversibile. E la forza dei rivali cresce: un ventaglio di società, da reti Tv a conglomerate dei media e colossi di Internet, ha lanciato servizi simili. Tra i nuovi entrati, con offerte non ancora all'altezza di Netflix ma spesso a costi inferiori, si contano grandi gruppi del calibro di Comcast e Amazon, Verizon e Dish Network. Ma oggi Netflix vince: l'azienda sta facendo bene in tutti e tre i segmenti di attività, Domestic Streaming, International Streaming e Domestic Dvd. Oltre a sviluppare contenuto originale, si è assicurata accordi di fornitura di contenuto da società di mass media. E intasca il suo Oscar a Wall Street.

La storia di Netflix

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