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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2013 alle ore 06:43.

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MILANO
L'accordo di Saras con Rosneft debutta nel consiglio di amministrazione della società della famiglia Moratti e si avvia al perfezionamento con il lancio dell'opa da parte del gruppo russo sul 7,3% del capitale a giugno. Nel corso dell'assemblea Saras, che ha approvato il bilancio che nel 2012 si è chiuso in rosso per 90,1 milioni, il presidente Gian Marco Moratti ha fatto il punto sull'alleanza con i russi che entrareanno nel capitale della società italiana con il 21%. Partendo dalla nuova governance: «Sono particolarmente lieto di comunicare che il presidente e ceo di Rosneft, Igor Ivanovich Sechin, ha manifestato il proprio interesse ad entrare nel cda di Saras. Proporrò quindi al consiglio la sua candidatura come amministratore», ha dichiarato il presidente di Saras. «Il rapporto con il ceo di Rosneft Sechin – ha aggiunto Moratti – è stato amichevole e gentile. La cooptazione in cda al posto di Mario Greco avverrà nel prossimo consiglio del 14 maggio». E alla domanda se Sechin avrà anche una carica, per esempio la vicepresidenza, Moratti ha risposto: «Non credo».
La famiglia Moratti, dopo la vendita diretta del 13,7% a Rosneft che si è concretizzata il 23 marzo, ha poi confermato il suo impegno per Saras, respingendo le critiche dei piccoli azionisti sui risultati e l'andamento del titolo. «La famiglia Moratti non ha la bacchetta magica – ha detto il presidente nel corso dell'assemblea – il trend di Saras è il trend dell'economia mondiale». Moratti ha poi sottolineato che «Saras riesce a stare in piedi nonostante ci sia la grave crisi economica, e non solo: riesce ad associarsi con il più grande gruppo di estrazione al mondo».
Il presidente ha poi escluso possibili colpi di scena con il passaggio di mano di Saras al nuovo partner: Rosneft – ha chiarito Moratti – avrebbe potuto puntare sulla maggioranza e «fare una richiesta analoga a quella fatta da Lukoil per Erg, ma non lo ha fatto. Noi abbiamo conservato la maggioranza, siamo azionisti come voi, quindi non ci fa piacere perdere soldi a fine anno, ma non abbiamo voluto mollare, abbiamo continuato a investire all'interno del nostro stabilimento. Vogliamo continuare a lavorare per fare una compagnia commerciale e portare più soldi a Saras e agli azionisti, tra cui ci siamo anche io e mio fratello».
Infine la tempistica del l'operazione: l'opa sul 7,3% di Saras da parte di Rosneft «dovrebbe finire tra fine giugno e inizio luglio», ha spiegato il presidente escludendo un ulteriore aumento della quota dei russi: «Sono al 21% e basta. Per ora le cose vanno bene così, sia per noi che per loro». I tempi tecnici per l'opa prevedono che Rosneft consegni il prospetto in Consob entro il 6 maggio, dopodiché la Commissione ha 15 giorni di tempo per rivederlo e approvarlo.
Ieri intanto a Piazza Affari il titolo Saras ha recuperato lo 0,29% per chiudere a quota 1,93 euro.
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