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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2013 alle ore 06:44.
LONDRA. Dal nostro corrispondente
La speranza è replicare il boom americano. Quello prodotto dallo sfruttamento del shale gas, ovvero l'energia trattenuta nel sottosuolo che va liberata con particolari procedure di perforazione ed estrazione. Londra ci conta al punto da aver mosso un primo passo e deliberato nuove ricerche.
La moratoria su operazioni di estrazione è stata sollevata mesi fa con il via libera alla società Cuadrilla che ha cominciato a operare nell'area di Blackpool, poi il governo di David Cameron ha ordinato due indagini conoscitive: la prima ha confermato che le trivellazioni in profondità nonostante siano considerate particolarmente invasive non provocherebbero terremoti, nè dissesti geologici; la seconda sarà difusa nei prossimi giorni e dovrebbe confermare che il territorio del Regno di Elisabetta ha giacimenti molto superiori alle stime più ottimistiche. È un'ipotesi, non confermata e non quantificata, che nasce da voci sul contenuto del rapporto che la British geological society sta ultimando.
Tanto basta per rimettere sotto i riflettori la prospettiva di scandagliare il sottosuolo e di farlo al più presto con l'obiettivo di rimpiazzare la caduta – in realtà temporanea a dare retta al moltiplicarsi di investimenti annunciati di recente – della produzione di greggio e gas dal mare del Nord. Resta un problema irrisolto sulla via britannica allo shale gas per mimare il boom statunitense: l'opposizione popolare.
Il sospetto che pratiche tanto violente sul territorio possano, al di à dei terremoti, creare danni all'ambiente incluse emissioni di gas serra, ha creato in forte movimento, un fronte del no sparso in tutto il Paese. Londra spera ora di riuscire ad ammorbidire tanto diffuso scetticismo con garanzie sulla sostenibilità ambientale e soprattutto con incentivi economici. Per questo Downing street ha proposto alle comunità locali di consentire le esplorazioni dove si presume si concentrino i giacimenti (sud est e nord ovest del Regno) in cambio di un fortissimo abbattimento dei costi dell'energia. In altre parole il sì allo shale gas darà un beneficio diretto ai cittadini delle aree interessate. La commissione energia dei Comuni è stata esplicita sul punto precisando che «le zone investite dalle esplorazioni avranno parte dei benefici generati sul loro territorio».
Parole che confermano quanto per Londra la partita energetica sia tornata ad essere centrale per rilanciare un'economia che stenta a ritrovare la via della crescita. L'obiettivo, come detto, è replicare il successo registrato negli Stati Uniti dove le perforazioni e le estrazioni di shale gas stanno dando un contributo chiave al business dell'energia e alla ripresa economica. Un dato per tutti: il prezzo del gas in America non è mai stato tanto basso come negli ultimi dieci anni.
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