Deduzioni o detrazioni? Accumulazione o rendita? Capitale o vitalizio? Non mancano dubbi e interrogativi per chi vuole costruirsi una pensione di scorta e intende sfruttare a dovere i vantaggi fiscali previsti dalla normativa di riferimento. Provando a fare un po' di chiarezza in questa materia si scopre che aderendo alla previdenza complementare è possibile ottenere risparmi fiscali anche rilevanti, per diverse migliaia di euro. I fondi pensione, lo ricordiamo, sono strumenti ad adesione volontaria che consentono ai lavoratori di ottenere una rendita aggiuntiva, al momento del pensionamento.

Un "secondo pilastro" pensionistico che con il tempo diventerà sempre più importante, visto il progressivo calo delle pensioni di primo pilastro, almeno se confrontate con quanto erogato finora. E' l'effetto della riforma Dini-Treu del ‘95 che la Monti-Fornero di fine 2011 ha solamente accelerato; il d.lgs. 252/2005, incentiva ad aderire a questi strumenti chi punta a costruirsi una seconda rendita, grazie in particolare ad una serie di agevolazioni fiscali di diversa natura: in fase di accumulazione, ossia durante la fase lavorativa, ma anche al momento del pensionamento, con aliquote ridotte rispetto al reddito da lavoro.

Si aderisce agli strumenti di previdenza complementare per ottenere una pensione più cospicua, ma anche per pagare un po' meno tasse: opzione di grande attualità proprio in queste settimane, a ridosso della presentazione della dichiarazione dei redditi. Vediamo insieme quali sono i diversi modi di ottenere una riduzione del prelievo fiscale attraverso il risparmio previdenziale.

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