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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2013 alle ore 13:01.

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L'incremento dei tassi applicati dalle banche sui nuovi finanziamenti in euro erogati alle imprese non finanziarie registrato dalla seconda metà del 2011 è «più elevato per le società italiane rispetto a quelle europee» e ha «riguardato sia le imprese grandi sia quelle di dimensioni medio-piccole». È quanto emerge dalla relazione Consob per l'anno 2012, in cui si spiega che «dall'analisi delle dinamiche del costo di accesso al credito bancario emergono segnali di fragilità finanziaria delle imprese italiane rispetto alle imprese europee».

Nel dettaglio, a febbraio 2013 i tassi di interesse bancari sui prestiti alle società non finanziarie fino a 1 milione di euro in Italia si attestavano al 4,5% circa, nell'area euro poco sotto il 4%. A inizio 2011 i due dati erano intorno rispettivamente al 3,2 e al 3,7%. Per i prestiti oltre il milione di euro, nel 2013 i tassi in Italia sono poco sotto il 3%, in Europa poco sopra il 2 (a inizio 2011 entrambi erano intorno al 2,5%). Per quanto riguarda il mercato obbligazionario delle società non finanziarie, il volume delle obbligazioni corporate è cresciuto nel 2012 da 19 a 30 miliardi di euro (+61%), grazie soprattutto all'incremento (da 11 a 26 mld) delle emissioni di titoli con rating non speculativo (superiore a BBB). La raccolta obbligazionaria bancaria ha registrato un forte calo, dai 238 miliardi del 2011 a 149 miliardi (-37%).

Sanzoni sulle società quotate
Nel 2012 è salito a 10 milioni di euro l'importo delle sanzioni pecuniarie applicate dalla Consob, rispetto ai 7,8 milioni del 2011, con un'impennata a 22 milioni di euro nel 2013. È balzato anche il valore dei beni confiscati per violazioni della disciplina in materia di abusi di mercato abusi di mercato (da 1,2 milioni del 2011 a 6 milioni), mentre è sceso il numero di procedimenti sanzionatori arrivati a conclusione: 183 contro i 226 del 2011. Di questi, come emerge dalla relazione Consob per l'anno 2012, 162 si sono conclusi con l'applicazione di sanzioni per accertate violazioni delle disposizioni del Tuf e dei relativi regolamenti attuativi (195 nel 2011). Nei primi mesi di quest'anno (dall'1 gennaio al 15 aprile) i provvedimenti sanzionatori sono stati 40, per un importo totale delle sanzioni di 22 milioni (10 milioni nei confronti della famiglia Ligresti), di cui 848mila agli intermediari (500mila a Veneto Banca) e 19,1 milioni per abusi di mercato. Quest'ultimo dato è in netta ascesa rispetto agli anni precedenti: nel 2012 l'importo delle sanzioni per insider trading e manipolazione del mercato si è attestato a 3,8 milioni, nel 2011 a 2,4 milioni. Per quanto riguarda le indagini preliminari per ipotesi di abuso di mercato, la Consob nel 2012 ha svolto analisi preliminari su 208 casi (157 nel 2011), di cui 76 per ipotesi di abuso di informazioni privilegiate, 104 per manipolazione operativa e 28 manipolazione informativa.

Aumentano le ispezioni
Nel 2012 è aumentato il numero di società quotate oggetto di ispezione da parte della Consob, che ha avviato accertamenti nei confronti di 16 imprese (una nel 2011), su un totale di 38 accertamenti avviati (22 nel 2011). Le verifiche concluse sono state complessivamente 33 (35 nel 2011), di cui 15 nei confronti delle quotate (una nel 2011), 5 delle sim (10) e 5 delle banche (7). Nel 2012, come emerge dalla relazione Consob, in 17 casi l'autorità si è avvalsa, in sede di accesso, della collaborazione della Guardia di finanza. In merito all'attività di accertamento di fenomeni abusivi realizzati via web, lo scorso anno 255 siti internet sono stati oggetto di approfondimento, per un totale di 49 accertamenti. Per quanto riguarda l'attività di vigilanza della Consob sull'informativa societaria, la relazione evidenzia una diminuzione delle richieste di comunicazioni alla Consob ex articolo 115 del Tuf a 570 (611 nel 2011), mentre le richieste di pubblicazioni di dati e notizie al mercato sono rimaste pressoché invariate (128 da 129). Nel 2012 la Commissione ha ricevuto quasi 26mila studi di analisti finanziari (+8,5% rispetto al 2011), di cui oltre 6 mila monografici, ovvero su un singolo titolo quotato, per una media di circa 30 al giorno. Di questi il 48,2% dava giudizio "buy" (55,3% nel 2011), il 14,8% "sell" (11,5%).

Il ritorno dei titoli di Stato
Le famiglie italiane investono sempre meno nelle azioni quotate a Piazza Affari, mentre continuano a preferire, anche nel 2012, i titoli di stato. La relazione della Consob mostra un deciso calo della quota delle famiglie che hanno investito in titoli quotati italiani, dal 4,1% del 2011 al 2,9% del 2012 e un incremento dal 12,6 al 13,1% di chi investe in titoli di stato. Stabile nel 2012 la percentuale di famiglie che ha investito in fondi comuni e Sicav (dal 5,8 al 6,1%). Prendendo come riferimento il 2007, il crollo è evidente sia per le azioni quotate sia per i prodotti del risparmio gestito, a causa dell'impatto della crisi subprime e del debito sovrano in Europa: il grado di diffusione dei due strumenti è sceso rispettivamente dal 6,4 al 2,9% e dall'11,7 al 6,1%. La quota di famiglie che possiedono titoli di stato è invece tornata ai livelli del 2007 (13%) ed è rimasto stabile il dato relativo alle obbligazioni bancarie (9,3%). Complessivamente, nel 2012 la percentuale di famiglie che hanno investito in strumenti finanziari rischiosi (azioni, obbligazioni, risparmio gestito e polizze vita) è rimasta invariata rispetto al 2011 al 25% circa, dato inferiore di 10 punti percentuali rispetto al 2007. Negli ultimi 5 anni le flessioni più marcate si registrano per la quota di famiglie che hanno investito in polizze vita e fondi pensione (dal 21% del 2007 al 15% del 2012) e nel risparmio gestito (dal 14 al 9%). Per quanto riguarda la distribuzione della ricchezza, la quota delle attività finanziarie investite in titoli di stato è cresciuta dal 14,2 del 2011 al 17,1% del 2012, l'investimento in azioni è sceso dal 5,6 al 5,3%, mentre è cresciuta la quota relativa alle obbligazioni (dal 14,7 al 15,4%). Stabile al 47% l'investimento in depositi e risparmio postale (contro il 38% del 2007).

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