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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2013 alle ore 06:43.

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Il provvedimento più drastico l'hanno preso i giapponesi: al Tokyo Disney Resort hanno deciso di sospendere le vendite di palloncini. Il motivo? C'è scarsità di elio. Il problema non riguarda soltanto il Giappone e rischia di avere conseguenze ben più serie del capriccio di un bimbo. Lo stesso gas, leggerissimo e non infiammabile, che gonfia i palloncini serve anche come propellente nell'industria aerospaziale e a far funzionare un'infinità di apparecchiature scientifiche, comprese le macchine per la risonanza magnetica usate per la diagnostica negli ospedali.
La scarsa reperibilità e il prezzo sempre più elevato di questa materia prima è un fenomeno paradossale: l'elio è uno degli elementi più comuni nell'universo e viene di solito ottenuto come sottoprodotto dell'estrazione di gas metano, anch'esso tutt'altro che raro, soprattutto negli Stati Uniti, grazie alle estrazioni da shale. Proprio negli Usa, tuttavia, hanno origine le difficoltà che il mercato sta attraversando e alle quali il Congresso – sollecitato più volte dalla comunità scientifica – sta ora cercando di porre rimedio. La Camera dei rappresentanti a fine aprile ha approvato una legge che è ora al vaglio del Senato. Se, come si prevede, anche il secondo via libera arriverà entro l'estate, il pericolo di una brusca interruzione di circa un terzo delle forniture mondiali di elio si potrà dire scampato. Anche se difficilmente ci sarà un sollievo sul fronte dei prezzi, che dal 2000 a oggi sono quadruplicati, fino a 160 dollari per mille piedi cubi.
Il disegno di legge in questione riguarda la Us Federal Helium Reserve, la riserva strategica di elio che Washington aveva costituito a fini militari negli anni della Guerra fredda. In base all'Helium Amendment Act del 1960 il Governo iniziò ad acquistare a prezzi che ne incentivassero la produzione grandi quantità di gas, da custodire nel Bush Dome Reservoir: caverne naturali vicino ad Amarillo in Texas. L'obiettivo era di cedere gradualmente le scorte, in modo da ripagare il debito accumulato per acquistarle. Ma la formula adottata per calcolare il prezzo di vendita non era abbastanza remunerativa e nel 1996 – con un debito che aveva ormai raggiunto 1,3 miliardi di dollari – il Governo decise terminare il programma: le riserve furono privatizzate, si smise di alimentarle e si stabilì che, una volta ripagato il debito, le vendite di elio cessassero. Il forte sviluppo della domanda – che è cresciuta in media del 3,6% l'anno tra il 1990 e il 2008 e addirittura del 7,8% l'anno tra il 1996 e il 2001 – ha fatto sì che il traguardo venisse raggiunto prima del previsto: a ottobre, in mancanza di un intervento, le vendite rischiano di interrompersi automaticamente, privando il mondo di 60 milioni di metri cubi di forniture, circa un terzo dell'offerta mondiale, che si è finora sviluppata molto poco proprio a causa delle riserve Usa, troppo a lungo "svendute".
Il Responsible Helium Administration Act, che ha appena avuto l'ok della Camera, delinea un'uscita di scena più graduale per le riserve Usa: l'elio continuerà ad essere venduto in aste semestrali, finché nelle caverne di Amarillo non resteranno 85 milioni di mc di gas, che a quel punto saranno riservati esclusivamente a impieghi governativi (ad esempio per i programmi Nasa). Quel momento, secondo gli esperti, arriverà intorno al 2020 e nel frattempo il prezzo dell'elio dovrebbe salire ancora, incentivando l'ulteriore sviluppo di fonti alternative.
Sul fronte dell'offerta qualcosa ha già cominciato a muoversi. Negli ultimi anni negli Usa sono sorti impianti di produzione in Wyoming, Oklahoma, Kansas e Colorado. In Qatar il potenziamento di Ras Laffan Helium potrebbe presto consentire di soddisfare un quarto della domanda mondiale. Il potenziale maggiore, tuttavia, è in Russia e in particolare in Siberia Orientale, dove Ernst & Young stima che entro il 2030 potrebbero essere prodotti 250 milioni di metri cubi di elio l'anno, soddisfando tre quarti dei consumi mondiali previsti. Gazprom conta di portare nuove forniture sul mercato già dal 2018 e ha già siglato memorandum d'intesa con diversi potenziali clienti, tra cui la francese Air Liquide e la giapponese Matheson.
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Un mercato in tensione
60 milioni Metri cubi l'anno Le forniture di elio dalle riserve Usa sono un terzo dell'offerta mondiale
3,6% Tasso di crescita Tra il 1990 e il 2008 la domanda è aumentata a ritmi sostenuti

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