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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2013 alle ore 12:39.

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Leonardo Delvecchio "crede" in UniCredit e consolida la sua partecipazione dal 2 al 3%. È' quanto emerge dalle comunicazioni fornite questa mattina all'apertura dell'assemblea dei soci, in corso a Roma. Dunque prosegue il rafforzamento del patron di Luxottica dentro a Piazza Cordusio: un anno fa aveva comunicato il suo ritocco dall'1 all'1,4%, in estate aveva sfondato quota 2% e oggi risulta al 3%, una quota che lo rende secondo socio italiano alle spalle della Fondazione CariVerona raggiunta probabilmente anche grazie ai 468 milioni incassati a settembre con la vendita del 3,8% di Luxottica. Nessun'altro movimento significativo tra i soci, tranne un ritocco della quota spettante a Carimonte holding, che riunisce i pacchetti delle Fondazioni Monte Bologna e Cr Modena, scesa dal 3,01 al 2,26%.

"Sono orgoglioso di presiedere un gruppo che ha fatto passi da gigante", ha detto il presidente Giuseppe Vita, per la prima volta alla guida dell'assemblea. Al centro dei lavori i conti del 2012, che hanno visto tornare la banca all'utile (865 milioni) e al dividendo (9 centesimi) dopo il 2011 segnato dalle maxi svalutazioni degli avviamenti, e Vita – aprendo i lavori - non rinuncia a sottolinearli, anche perché la Borsa non è stata insensibile: il titolo, che un anno fa viaggiava a quota 2,84 euro, oggi ha stabilmente superato la soglia dei 4 euro, e la capitalizzazione è passata da 16 a 24 miliardi.

"Nonostante anno difficile, siamo riusciti a concludere con 900 milioni di utile e tornare al dividendo"; ha rimarcato dal canto suo il ceo Federico Ghizzoni, ricordando poi che l'anno scorso "il funding gap si è ridotto di 33 miliardi ed è stata avviata la razionalizzazione della presenza del gruppo nell'Est Europa". Un risiko complesso, nell'ambito del quale in Polonia si è venduto per 900 milioni il 9,1% di Pekao, che resta sotto il controllo italiano, poi è stata avviata una joint venture con Renault-Nissan in Russia, quindi si è decisa l'uscita dal Kazakistan e infine si sono vendute ad Allianz le attività assicurative della partecipata turca Yapi Kredi. E il 2013? "Non sarà un anno facile – ha detto Ghizzoni - ma con le attività 2012 abbiamo posto le basi per una discreta ripresa del gruppo", e i 449 milioni di utile della prima trimestrale approvata ieri ne sono un primo segnale.

Dai piccoli azionisti, pochi, presenti all'Eur, sono arrivate le solite pesanti critiche ai bonus, alti, assegnati ai dirigenti (ceo e top manager hanno rinunciato alla parte variabile della retribuzione, ma ai primi 150 dirigenti sono andati 40 milioni tra il 2011 e il 2012), qualche cenno residuo ai derivati del passato e un chiaro invito a non rinunciare al sostegno dell'economia reale. Alla fine, dopo dieci ore di assemblea, bilancio 2012 e cedola da 9 centesimi approvati quasi all'unanimità, confermati gli ingressi di Mohamed Ali Al Fahim (Aabar) e Giovanni Quaglia (Crt) nel cda, nominato Alexander Wolfgring al posto di Friedrick Kadrnoska e designazione del nuovo collegio sindacale: è composto da Maurizio Lauri (presidente), Giovanni Battista Alberti, Cesare Bisoni, Enrico Laghi e Maria Enrica Spinardi.

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