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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2013 alle ore 06:41.

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In questo periodo su Tokyo si stanno concentrando grandi speranze (nonostante il fatto che il Giappone rappresenti, da decenni, un enigma dei mercati), principalmente grazie a quella che è stata efficacemente definita una "nuova rivoluzione monetaria". In pratica, attraverso una possente fase di quantitative easing, in breve tempo verrà duplicata la base monetaria.
«L'obiettivo di questa manovra - spiega Maurizio Vitolo, amministratore delegato e responsabile del team investimenti di Consultinvest Sgr, al Sole 24 Ore del Lunedì - è inondare di liquidità il sistema, indebolire il cambio e ridare spazio ai margini di profitto dell'industria esportatrice, spingere le aspettative di inflazione al rialzo e convincere i consumatori a consumare di più anziché attendere il futuro ribasso dei prezzi assicurato da una consolidata deflazione pluriennale».
Si tratta di una manovra coraggiosa, ma tutt'altro che priva di rischi: «Se con la debolezza dello yen le imprese non torneranno a fare utili e a distribuirli sotto forma di maggiori salari - riprende infatti Vitolo - l'inflazione comprimerà i redditi reali e il tenore di vita dei giapponesi si abbasserà, in un circolo vizioso di consumi sempre più ridotti».
Inoltre rimane aperto il problema di stabilizzare il debito pubblico ed evitare che la ripresa dell'inflazione provochi sconquassi nei portafogli di banche, assicurazioni e fondi pensione (nel complesso, queste istituzioni detengono il 70% dei titoli di Stato giapponesi). «Per ora si può solo pensare di cavalcare la bolla finanziaria speculativa che è in divenire sul mercato azionario giapponese - è la constatazione finale di Vitolo - e cogliere le opportunità offerte dall'attesa che parte di questa liquidità giapponese potenzialmente finisca per cercare altri asset obbligazionari, meno pericolosi e più redditizi dei titoli di Stato giapponesi».
L'equity del Sol Levante è al centro dell'attenzione anche nel caso dei gestori di Ing Im, che negli ultimi tempi hanno abbracciato una "visione" ancora più positiva sulle azioni giapponesi: «Non abbiamo affatto intenzione di cambiare la nostra view positiva sul Giappone - spiegano - perché nello scenario attuale ci aspettiamo una crescita degli utili superiore al 40% per l'anno in corso, dieci volte il livello di crescita atteso per le società europee. Per il mercato azionario giapponese potrebbe trattarsi della fase iniziale di un trend rialzista pluriennale».
I prossimi mesi saranno dunque determinanti per capire se questa sarà la volta buona per una rinascita del listino di Tokyo. «Il tempo - riflette Christophe Bernard, chief strategist di Vontobel - ci dirà se le iniziative concertate tra Governo e Boj avranno successo. Ma per i mercati finanziari spesso ciò che è importante è il viaggio e non la destinazione».
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