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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2013 alle ore 09:51.
Mps archivia il primo trimestre del 2013 con una perdita netta di poco superiore ai 100 milioni di euro. Un dato negativo ma migliore rispetto a quelle che erano le attese del mercato: il consensus degli analisti aveva stimato infatti un rosso da 154 milioni. Sufficiente per spingere le quotazioni del titolo in Borsa che in apertura segnava già un progresso del 2 per cento. Il margine di interesse, invece, si è attestato a 597 milioni mentre le rettifiche crediti sono state pari a 484 milioni. La raccolta è calata dello 0,3% nel trimestre mentre è salita dello 0,3% sull'anno, risultando peraltro in miglioramento nel periodo aprile-maggio.
Una performance che, per il Montepaschi è il segnale che «il trend di flessione dei ricavi» si è interrotto così come quello sulle masse intermediate. Ciò nonostante il «clima sfavorevole» che accompagna l'azione della banca dopo lo scandalo derivati e l'apertura di un'indagine giudiziaria per l'acquisto di Antonveneta.
Tra l'altro, Mps ha anche aggiornato il dato del portafoglio derivati, sceso dell'1,1% a 38 miliardi. Tutti indicatori positivi per l'amministratore delegato, Fabrizio Viola che, a commento dei risultati, si è spinto a dire che «i fattori negativi sono alle spalle» e il Monte dei Paschi ha «superato uno dei trimestri più difficili della sua storia».
«Oggi - ha aggiunto Viola - possiamo dire con tranquillità che tutto quello che di negativo ha influenzato il mese di febbraio è alle spalle e di traguardare con razionale ottimismo alle prospettive della nostra banca». In quest'ottica, per il ceo, si ravvisano «i primi segnali consistenti di miglioramento del quadro aziendale». Un quadro che punta anche a un'accelerazione del progetto di ristrutturazione con la chiusura di 200 filiali il prossimo settembre. Peraltro, ha spiegato Viola, il piano di ristrutturazione verrà inviato all'Unione Europea entro il prossimo 17 giugno.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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