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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2013 alle ore 11:23.

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TOKYO - Da tempo il governatore Haruhiko Kuroda voleva calmare le pressioni al rialzo sui tassi obbligazionari e ieri aveva cercato di essere rassicurante in termini generici. Al termine della giornata di oggi, in effetti il tasso sul decennale nipponico è leggermente calato rispetto a ieri allo 0,835%, ma nel modo peggiore, ovvero grazie a un crollo dell'indice di Borsa agevolato proprio dal fatto che in mattinata questo tasso aveva toccato i massimi da oltre un anno raggiungendo l'1%.

Così la spinta propulsiva che ha mandato in orbita il Nikkei con un balzo dell'80% nel giro di poco più di sei mesi rischia di esaurirsi: il tonfo di oggi _ dopo che lo stesso indice di Borsa aveva iniziato la giornata in rialzo di quasi il 2% toccando nuovi massimi dalla fine del 2007 _ potrebbe anche essere visto come una pausa salutare in un mercato che si stava surriscaldando, nel quadro della debolezza generale dei mercati asiatici provocata dalla notizia del calo dell'attività manifatturiera in Cina. In realtà, però, la ritirata suona come un campanello di allarme proprio perché sta dimostrando il nesso tra vulnerabilità del Nikkei e eccessiva volatilità sul mercato obbligazionario. Il nervo scoperto della politica ultraespansiva della Bank of Japan sta nel doppio obiettivo relativamente contraddittorio: ottenere sia una inflazione al 2% sia un ribasso dei tassi a lungo termine. Un doppio target che per molti non è conseguibile in contemporanea: per i più pessimisti, poi, la BoJ rischia di non riuscire a centrare nessuno dei due target paralleli.

Oggi un alibi può essere trovato nel fatto che sono state le parole del presidente della Federal Reserve Ben Bernanke a innescare un sell-off sui mercati obbligazionari. Ma quello giapponese era già nervoso perché ieri, al termine del Comitato di politica monetaria, non era giunta alcuna rassicurazione ufficiale nero su bianco sulla determinazione della BoJ a calmare la volatilità di un mercato dei Jgb che lei stessa ha alterato rendendo difficile e rischioso il trading.

La banca centrale è intervenuta oggi con il varo di operazioni tecniche calmieratrici sul mercato monetario, mentre il 29 maggio si incontrerà con gli investitori istituzionali per chiarire meglio le sue direttrici nel programma di raddoppio dell'acquisto di bond. Da oggi, comunque, la luna di miele dell'Abenomics con i mercati finanziari può considerarsi finita: governo e banca centrale dovranno dimostrare molta lucidità e determinazione per convincere i mercati che sapranno rilanciare l'economia con audacia vera e polso fermo. E saper così respingere gli attacchi al fronte più debole (quello dei Jgb) favoriti sia dall'eccessiva liquidità di cui proprio la BoJ ha agevolato l'emergere (provocando un nuovo giro di ribassi dei tassi di riferimento nel mondo) sia dalla difficile posizione in cui gli operatori giapponesi si ritrovano tra aspettative ufficiali di inflazione al 2% e rendimenti domestici assai inferiori. Da oggi, è più difficile snobbare chi dice che Kuroda _ con il programma di raddoppiare la base monetaria in due anni in un Paese altamente indebitato _ scherza con il fuoco.

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