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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2013 alle ore 06:47.

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Per il terzo anno consecutivo la produzione di zucchero supererà ampiamente la domanda: secondo l'International Sugar Organization (Iso) nel 2013-14 il surplus sarà di «almeno» 3,5 milioni di tonnellate. Una condizione di eccesso di offerta che sta influendo negativamente sui prezzi: la settimana scorsa sia i futures sullo zucchero grezzo si quelli sul raffinato sono scesi ai minimi da tre anni (rispettivamente 16,65 cents per libbra e 472,9 dollari per tonnellata).
Gli investitori sembrano convinti che ci saranno ulteriori ribassi: secondo le statistiche della Cftc nella settimana al 21 maggio le posizioni nette corte (alla vendita) sullo zucchero grezzo sono cresciute ancora all'Ice, fino a 102.049 futures e opzioni: una quantità non lontana dal record di 109.825 contratti di inizio aprile. Eppure, le condizioni del mercato potrebbero modificarsi più rapidamente di quanto si pensi. A lanciare un avvertimento in questo senso è Johnatan Kingsman, noto analista di settore, che oggi dirige la divisione commodities agricole di Platts. «Con lo zucchero a 16,50 cents gli automobilisti brasiliani saranno in grado di assorbire tutto l'etanolo che l'industria riuscirà a produrre», sostiene l'esperto, secondo cui i produttori brasiliani sarebbero incentivati a privilegiare il biocarburante fino a 18 USc/lb.
La discesa dei prezzi ha indotto lo stesso Kingsman a ridurre di un terzo la previsione sul surplus 2013-14: dai 6,3 milioni di tonnellate anticipati in febbraio a 4,6 milioni, un eccesso di offerta comunque molto rilevante, poiché numerosi produttori – a cominciare dal Brasile – stanno godendo di condizioni climatiche ottimali. Kingsman ha in ogni caso ridotto le attese sull'output, da 178.656 a 177.015 milioni di tonn. (contro i 181.030 milioni del 2012-13), mentre ha lasciato quasi invariata la stima sui consumi (172.424 milioni di tonn. (+1,5%).
Considerata la scarsa remuneratività dello zucchero in confronto ad altri prodotti agricoli, anche l'Iso ritiene che le condizioni del mercato possano cambiare in tempi brevi: «Nel 2014-15 produzione e consumi globali potrebbero finalmente tornare in equlibrio».
Nell'immediato l'incognita maggiore è rappresentata dalle importazioni cinesi. La caduta dei prezzi potrebbe stimolare ulteriori acquisti dalla Cina, tanto più che a livello locale lo zucchero resta carissimo, tanto da rendere conveniente rifornirsi all'estero anche per chi è privo di quote e dunque sottoposto a un dazio del 50 per cento. Dopo che le scorte sono più che raddoppiate dalla passata stagione (a 3,6 milioni di tonn), Pechino potrebbe tuttavia imporre un freno.
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