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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2013 alle ore 06:47.

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A circa un mese dalla decisione finale sulla rotta del gas azero verso l'Europa, il Nabucco apre le porte a un nuovo azionista: si tratta della francese Gdf Suez, che ha rilevato il 9% della società che si propone di costruire il metanodotto. La competizione con la Trans Adriatic Pipeline (Tap) – anch'essa candidata a trasportare le forniture del giacimento Shah Deniz, con un percorso alternativo che sfocerebbe in Puglia – è ormai agli sgoccioli. E l'ingresso dei francesi nella compagine del Nabucco può sembrare un attestato di fiducia nelle sue possibilità di vittoria.
Il coinvolgimento di Gdf Suez potrebbe tuttavia essere meno impegnativo di quanto appaia a prima vista. L'acquisto delle partecipazione, a un prezzo che non è stato rivelato, è infatti «soggetto a determinate condizioni e dovrebbe completarsi nel secondo semestre». Dopo giugno, tuttavia, il progetto rischia di essere morto e sepolto: la scelta tra Nabucco e Tap avverrà infatti «entro giugno», come ha ribadito nei giorni scorsi il consorzio a guida Bp che sta sviluppando Shah Deniz.
La transazione annunciata ieri, in realtà, mette in luce soprattutto il rafforzamento del ruolo di Omv. È stata la compagnia austriaca a far posto ai francesi, girando loro una parte della quota che aveva a sua volta rilevato dalla tedesca Rwe in marzo, quando questa aveva abbandonato il Nabucco. Poiché Rwe, come gli altri soci fondatori, aveva in origine circa il 17% del progetto, ora Omv si ritrova in mano il 25%: una quota superiore a quella degli altri partner (oltre alla new entry Gdf Suez, l'ungherese Mol, la rumena Transgaz, la bulgara Beh e la turca Botas).
Aver accolto Gdf è una mossa rilevante dal punto di vista politico: il fatto che i soci del Nabucco fossero tutti società a controllo statale era stato spesso criticato. Tap invece – oltre ad avere un assetto azionario più stabile e snello – annovera tra i suoi soci anche due imprese private, la svizzera Axpo e la tedesca E.On, che affiancano la compagnia di Stato norvegese Statoil.
A segnalare un possible cambiamento d i s strategie per s Gdf Suez, è intanto emersa un'indiscrezione secondo cui sarebbe in procinto di susci re s da Medgaz, altro gasdotto, che collega l'Algeria con la Spagna. L'agenzia Reuters riferisce che i sfrances i s starebbe ro s trattando la cessione del s12% a due società iberiche: Cepsa e Gas Natural , e sntrambe già socie della pipeline con il 35% e il 10% rispettivamente.
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