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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2013 alle ore 11:20.

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Il titolo Acea fa faville a piazza Affari. Le azioni dell'utility controllata dal Comune di Roma e partecipata da Francesco Gaetano Caltagirone (16,3%) e da Gdf-Suez (11,5%) stanno mettendo a segno rialzi costanti da oltre un mese e mezzo, periodo nel quale il titolo ha segnato un incremento del 30% superando nei giorni scorsi quota 6 euro, livello che non si vedeva più da giugno 2011, ovvero dall'inizio della crisi dei debiti sovrani. La perfomance dell'ultimo anno registra un incremento del 60 per cento; quella degli ultimi sei mesi circa il 55 per cento. In una giornata pesante per piazza Affari, come quella di ieri, le azioni Acea hanno chiuso con un rialzo del 2,8 per cento e questa mattina in apertura la corsa è continuata con un +5% iniziale che poi si è ridimensionato un +2,6%, con il titolo a 6,3 euro. Non si può neanche escludere, comunque, che alla base dei rialzi degli ultimi giorni ci sia lo shopping degli azionisti privati, come Caltagirone e Gdf-Suez, che spesso arrotondano sul mercato le loro partecipazioni

Il cambio al vertice e il new deal. A leggere in controluce l'andamento del rialzo, l'accelerazione sembra coincidere con il momento in cui è emerso che l'azionista di riferimento, il Comune di Roma con il 51% del capitale, aveva deciso di procedere al rinnovo del vertice prima delle elezioni amministrative procedendo a sostiture l'ex ad, Marco Staderini, con il dg Paolo Gallo. E questo nonostante le polemiche scatentate dall'opposizione in Comune perchè, a suo avviso, Gallo sarebbe state espressione degli azionisti privati. La scelta è stata apprezzata perchè, al di là di meriti o demeriti dei singoli, la promozione avrebbe coinciso con una maggiore chiarezza nella governance: fino a qualche mese fa in Acea c'erano tre figure di peso - l'ad, il dg e il direttore finanziario - spesso in contraddizione tra loro.

Migliorano i conti. Adesso le decisioni sono riconducibili a una sola figura che ha già provveduto a inaugurare il nuovo corso: riduzione del capitale circolante, anche attraverso la riscossione di crediti da parte dell'azionista comune di Roma, taglio degli investimenti e un sistema di controllo e di autofinanziamento per le singole divisioni. I conti ne hanno risentito in positivo già nel primo trimestre (12,5% l'ebitda), anche se restano ancora tanti fronti da aperti. A cominciare dalla situazione critica della gestione di alcuni acquedotti, con i relativi contenziosi sulle bollette idriche. E il fenomono delle bollette elettriche "pazze" che sta impazzando nella Capitale, con migliaia di utenti infuriati che minacciano di cambiare gestore.

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