NEW YORK - La Sec ha approvato nuove regole per i fondi del mercato monetario, con l'obettivo di renderli meno vulnerabili alle crisi finanziarie. I più rischiosi, i cosiddetti Prime Funds, dovranno abbandonare il tradizionale prezzo fisso delle azioni pari un dollaro per azione per fluttuare alla stregua di altri fondi comuni.

Il settore dei fondi del mercato monetario, stimato in 2.600 miliardi di dollari, fu scosso dalla crisi del 2008. Il crack di Lehman, al quale erano esposti alcuni grandi fondi, fece scattare riscatti per 300 miliardi nel giro di una settimana nel timore che le perdite facessero saltare il prezzo fisso. Dopo esser stato a lungo considerato tra gli angoli più sicuri del settore finanziario, quasi alla stregua di contanti, i money market fund sono così considerati passibili di fughe degli investitori in tempi difficili e in assenza di riforme. Lo sganciamento dal valore fisso delle azioni dovrebbe scongiurare shock, abituando gli investitori alle oscillazioni e i fondi a meglio riflettere le condizioni del mercato.

La preoccupazione per il gigantesco settore è stata testimoniata dal voto dei vertici della Sec: i cinque commissari hanno approvato all'unanimità la riforma. I Prime Funds presi di mira, dedicati ai grandi investitori, possono essere esposti a titoli del debito aziendale a breve scadenza. Al contrario di altri fondi money market che si limitano a più sicuri titoli governativi. Ma intervenire non è stato facile. Per il neodirettore della Sec, Mary Jo White, portare a compimento la riforma era una priorità, auspicata sia da altre authority statunitensi che internazionali. Il suo predecessore Mary Schapiro aveva tuttavia dovuto rinunciare a un tentativo pù' ampio di ripensare il settore. Limitandosi ai Prime Funds la Sec ha focalizzato la sua azione sul 37% del mercato ritenuto più vulnerabile e pericoloso, pari a circa mille miliardi.
M. Val.

©RIPRODUZIONE RISERVATA