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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2013 alle ore 06:46.

Non saranno altrettanto generosi come lo scorso anno ma, incalzati dalla necessità di tenersi stretto il proprio mercato più importante, promettono nuovi sconti. Aleksandr Medvedev, vicepresidente e responsabile per l'export di Gazprom, ha spiegato ieri a Mosca durante un briefing con la stampa che il colosso russo del gas naturale sta di nuovo negoziando con alcuni clienti europei - tra cui Eni e la francese Gaz de France - una riduzione dei prezzi previsti dai contratti a lungo termine indicizzati al petrolio, con l'aspettativa di raggiungere un accordo entro fine mese. Gli sconti non avranno la portata di quelli concessi nel 2012, in totale 3,22 miliardi di dollari: ma in ogni caso, Gazprom appare sempre più consapevole del fatto che il mercato sta cambiando e che, grazie alla comparsa di nuovi fonti di energia e all'andamento dei prezzi sui mercati spot, i clienti europei hanno ora più alternative tra cui scegliere.

Rispetto alle riduzioni del 7-10% applicate l'anno scorso, ha spiegato Aleksandr Medvedev, quest'anno le correzioni dovrebbero tradursi in uno sconto che non supererà gli 800-900 milioni di dollari, escludendo i pagamenti che verranno probabilmente destinati alla tedesca Rwe, che ha in corso un arbitrato con Gazprom.
Oltre alle correzioni relative ai contratti esistenti a lungo termine, Medvedev ha anticipato tagli ai prezzi anche sui nuovi accordi che verranno stretti quest'anno. E secondo il vicepresidente di Gazprom, nell'ambito dei contratti a lungo termine il prezzo medio per l'Europa scenderà così nel 2013 dai 402 dollari del 2012 a 370-380 dollari per mille metri cubi di gas. Un prezzo che diventa competitivo con i prezzi spot invernali e inferiori a quelli pagati per il gas naturale liquefatto (Lng) proveniente dai produttori asiatici.

Insidiata dalla concorrenza, Gazprom sul mercato domestico ha rinunciato alle clausole take-or-pay (in cui l'acquirente è vincolato al ritiro o comunque al pagamento di una determinata quantità di gas, Ndr). Ma insiste che su questo fronte non intende fare ulteriori concessioni in Europa, dove solo il 7% delle sue vendite di gas sono prezzate con riferimento al mercato spot.
La società russa - che tra gennaio e maggio registra un aumento del 7% dei volumi di vendita - conta comunque, anche grazie agli sconti, di incrementare le proprie esportazioni verso l'Europa dai 139 miliardi di metri cubi del 2012 a 152 miliardi.

Mentre al vertice tra Russia e Unione Europea, ieri a Ekaterinburg, il presidente Vladimir Putin è tornato a marcare la distanza che separa Mosca e Bruxelles sulla liberalizzazione energetica, per Gazprom il grande obiettivo è difendere le proprie quote di mercato, nell'Europa che ancora le garantisce il 55% dei profitti. Come fa notare Andrew Neff, analista di Ihs Global Insight, «man mano che in Europa sempre più gas viene venduto sui mercati spot, Gazprom è costretta ad adottare un approccio più flessibile nei confronti dei propri esportatori: il che implica che ci sarà un ripensamento del suo attaccamento ai principi dei contratti take-or-pay e dell'indicizzazione dei prezzi basata sul corso del petrolio».

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