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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2013 alle ore 16:54.
Addio al nome Fiat nel mondo dei mezzi agricoli, per il movimento terra e da cantiere e nei veicoli speciali. Fiat industrial, la società del lingotto specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di "macchine per il lavoro" e proprietaria del marchio Iveco, ha annunciato la fusione definitiva con Cnh Global. La società risultante dall'operazione per incorporazione si chiamerà Cnh Industrial. La nuova denominazione sociale sarà attiva dopo la necessaria approvazione delle assemblee delle due società. Le azioni di Cnh Industrial saranno quotate alla Borsa Nyse di New York e, immediatamente dopo l'entrata in vigore della fusione, anche sul mercato telematico azionario gestito da Borsa Italiana.
Da sottolineare che Fiat Industrial detiene fin da ora, con l'87% del pacchetto azionario, il controllo di Cnh. Quest'ultima agisce nel settore delle macchine agricole e del movimento terra attraverso due marchi: Case e New Holland e dispone di una rete di oltre 10mila concessionari distribuiti in oltre 170 paesi.
Il closing dell'operazione, secondo una nota congiunta, dovrebbe avvenire nel corso del terzo trimestre del 2013.
Alla Borsa di Milano, il titolo di Fiat industrial ha chiuso in terreno leggermente positivo, in controtendenza rispetto al mercato, registrando un rialzo dello 0,17 per cento.
Fiat, al contrario, ha perso a Piazza Affari il 6,48% dopo che Morgan Stanley in un report ha ipotizzato come desiderabile un aumento di capitale tra i 2 e i 4 miliardi nel caso in cui il Lingotto proseguirà nel piano di salire al 100% di Chrysler e allo stesso tempo investirà per il rilancio di Alfa Romeo. Il Biscione sta preparando il lancio della 4c mentre nulla ancora è deciso circa la produzione, a Grugliasco, della 169, la cosiddetta "Alfona" a trazione posteriore, strettamente imparentata con la debuttante Maserati Ghibli. L'operazione, secondo Morgan Stanley, porterà da una parte a un miglioramento degli utili per azione ma dall'altra genererà un significativo incremento significativo del debito a circa 10 miliardi, per un rapporto debito/equity al 100 per cento. Il debito, inoltre, verrà tutto da Torino e l'intera liquidità di della casa di Detroit, tranne 1,5-2 miliardi di dollari sarà probabilmente protetta fino almeno al 2015-2016. Per gli analisti le quotazioni di Fiat sono recentemente salite in attesa di novità sul fronte Chrysler, ma ritengono ora probabile un calo mentre l'attenzione si sposta su una struttura patrimoniale definita «non attraente».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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